Ahh, l’estate eterna. Avere vent’anni e non sentirli. Averne anzi sedici per sempre. Sospesi in sentimenti più grandi di noi. Voglia di crescere vai via, scappa lontano da me. Questa pelle fresca vuole rimanere per sempre fragile, non sapere cosa sono le responsabilità. Le vacanze soffocanti, il cicaleccio e l’odore di fritto insieme a quello dell’asfalto arroventato. I sogni, tanti, cominciano appena ad infrangersi nelle onde del mare in cui facciamo beatamente i nostri bisogni, ma è troppo calmo perché essi comincino a dissolversi.
E quest’album è per chi come me in quel mare c’è affogato, per chi sarà sempre un ragazzino, per chi così misero da lasciare che il mare che gli ribolle dentro gli si ritorca contro. E’ un sogno, un’estate senza fine, immacolata e innocente calura su tutto, come un rumore imponente, come questo suono meraviglioso. Basta una chitarra un basso e una batteria per dar forma al sogno, per tornare a respirare a pieni polmoni immersi nell’acqua salata. E non mi voglio più svegliare. No, mamma, papà, non svegliatemi più, non me lo merito, non merito quella tazza con il cacao e lo zucchero gentilmente dosati al suo interno ad attendermi in cucina.
Lasciatemi qui, qui riesco a respirare. “Mom and dad please you can never enter, shut the back door, put your record on, it’s just where you belong”, il seducente vocione di Nicole Yun sa far innamorare anche quando graffia, e se non bastasse questo cocktail di power post garage dream punk in salsa teen c’è anche un pezzo per la generazione Unknown pleasures, che avevo letto da qualche parte riempirebbe le fila di chi di musica si dovrebbe intendere ma che non ha orecchi per la musica del XXI secolo. Sentitevi questa “Girls in the City”, provate ad ascoltarla e provate anche voi a tornare ragazzini senza preconcetti, senza fesserie da grandi.
Per il resto la storia di questi ormai 30enni che producono elisir d’eterna perdizione è già scritta, una band che insieme ad altre s’è isolata a suonare da anni, manda le proprie registrazioni all’etichetta sperando che non gliele rovini troppo e non gliene frega pigramente nulla. Questa è l’incontaminata ricetta per restare sempre immersi nelle onde calde dell’adolescenza.
Ho sedici anni, questa è la mia musica, chiudo gli occhi e m’innamoro, finalmente torno a respirare.
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