Quest'opera di nemmeno quaranta minuti, quando uscì, nel 2000, pose in luce l'originalità degli Eternal Tears of Sorrow alle schiere di fans che mano mano andavano compattandosi attorno a quello che poi, noi oggi, chiamiamo "Swedish Metal" e che annovera tra i suoi accoliti forse il meglio della produzione mondiale per quanto riguarda, nello specifico il Death Metal melodico, e più largamente, il genere Heavy tutto.
Pur non essendo ancora ai livelli sopraffini e vertiginosi del successivo "A Virgin And A Whore", mostra già in sé, quanto di buono ci sia da pescare da questi cinque finlandesi che si esprimevano, allora, mediante un certo Black Metal sui generis con richiami marcati alle atmosfere glaciali che questo genere comprende. Ma non sarebbe giusto classificarlo come un album Black propriamente detto, perché in molte parti si avvertono le contaminazioni sinfoniche e le ariose melodie gotiche, oltre, naturalmente, ad una sezione ritmica potente e precisa, che ricorda da vicino il Death melodico di Arch Enemy e Dark Tranquillity.
Certo, siamo mille miglia distanti da quanto altre band hanno composto e pubblicato in quegli anni, ma il seminale contributo che danno gli ETOS con questo lavoro, riveste comunque una fascia significativa di una scala di suoni e sensazioni molto forti e molto ben concertate. Le prima canzone "Shattered Soul" è né più e né meno, un buon esempio di Black Metal ben suonato e ritmato, ma, naturalmente manca la necessaria "crudezza" ai suoni per poterlo classificare come tale: le melodie notturne comunque si intravedono tra le righe, ed è una delizia sentirsene parte; poi, con "Blood of Faith Stains My Hands" invece, si passa al Death Metal melodico con in più, in aggiunta, un chorus prettamente heavy e canzonatorio. Probabilmente è con la terza canzone, che ci si inoltra bene nello spirito degli ETOS. "Autumn's Grief" parte con un accordo triste di pianoforte e percorre i lidi sconfinati delle "terre del nord" con grande maestria. Melodicità sopraffina per palati esigenti, parti ritmate solitarie e gotiche che sembrano dover fiaccare, o perlomeno attutire, il ritornello e la parte cantata aggressiva e marziale. Una vera gemma, che da sola vale l'acquisto di tutto l'album.
E così si continua a fare un percorso misto di melodia e sogno per tutta la durata del lavoro, qualche volta fermandosi per essere pindarico e inafferrabile (The Seventh Eclipse, Bride Of The Crimson Sea, Bhéan Sidhe), a volte ritmato e feroce (Black Tears, Tar of Chaos), per poi, definitivamente consacrarsi alle contaminazioni oniriche e vagheggianti di "Nocturnal Strains".
Anche questo, come sarà per "A Virgin And A Whore", un album ricco di phatos e fascino, con richiami a culture ancestrali e a melodie che riportano direttamente alla provenienza degli ETOS ma, ciò non toglie che, oltre a tutto quanto si possa pensare o non condividere di questa band, non si può proprio ignorare la singolare originalità e il talentuoso archetipo sonoro che questi, hanno sempre portato in un genere tanto inflazionato.
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