Capita di alzare lo sguardo, fermarsi un attimo, e chiedersi dove si è arrivati, cosa si è e soprattutto cosa fare. Capita perchè è una cosa naturale. Capita che un momento prima si è soddisfatti di se e un momento dopo si vorrebbe bruciare tutto pur di non dover raccogliere macerie. Capita anche che un silenzioso aiuto-barbiere, abbandonato al corso della vita, decide di incominciare a nuotare contro corrente e di trasformarsi da un qualsiasi Adone tabagista ad occulto imprenditore, socio di una viola mammola con lo scalpo pagato a rate.

Capita di ricattare, capita di giocare sporco e capita che finisci male (soprattutto se sei il protagonista di un film dei Fratelli Coen). Ti capita pure di non conoscere bene tua moglie e ti capita pure di svaporizzarsi come i gialli a Nagasaki. La vita ti serve mani perdenti o magari non le hai sapute giocare, tu non puoi farci niente oppure si? Ha senso sfidare il percorso delle cose, buttare giu i muri del labirinto che ci viene costruito attorno? Più guardi da vicino e meno ci si capisce. E' così: vai vicino a vedere e le cose si fanno sottili. Sarebbe meglio rinunciare a pensare e lasciarsi andare gli istinti, prendere le cose così come vengono senza troppi complimenti. E' fastidioso lavorare tutto il giorno con un ciccione chiacchierone, ma hai un lavandino che tritura rifiuti, una macchina, una casa, una moglie scopabile. Stai bene, insomma, ma bene è una parola, una sensazione, che non esiste. Che significa bene? Stai bene, soddisfatto e poi una viola mammola di Sacramento venuto nella tua bottega per farsi spolverare la piazza, ti dice che lui starebbe bene solo se riuscise ad aprire un lavanderia a secco. Gli servono diecimila dollari per sentire il bene scorrergli nelle vene, gli serve un maschione da diecimila dollari tra le mani per sentirsi vivo e per te oramai è troppo tardi: ci sei dentro.

Big Dave, l'altro chiacchierone, il pallonaro, si scoppa tua moglie, ma non ne ha mai fatto un affare di stato, ma all'improvviso hai un ego che brucia e che rivendica i suoi soldi. Forse, sottilmente, il tuo ego vuole solo vendetta. Forse è così, forse sono gli alieni, forse è solo una tangente della tua vita, forse è solo la tua vita che fin da principio era destinata ad andare a puttane. Non avevi bisogno di pensare, non dovevi ribellarti. Gli incidenti ti fanno muovere più lentamente, ti lasciano il tempo di pensare e pensare non è cosa giusta e che si addice ad un aiuto-barbiere. Dovevi lasciarla fare, Ed. Birdy è carina, ha detto che voleva sdebitarsi e poi ha le labbra a cuoricino. Non le costava nulla. Non hai mai parlato e all'improvviso decidi di parlare con i fantasmi. Ti guardi attorno, cerchi qualcuno per parlare di come Doris si sia impiccata e non trovi nessuno. Sei un fantasma tu stesso, Ed. Forse lo sei sempre stato, Ed, e dove andrai le cose non saranno più chiare, non ti illudere. E' così per tutti. Per te, per Big Dave, per Doris, per la viola mammola, per i gialli a Nagasaki. Siete tutti andati, Ed. Tutti... svaporizzati.

"L'uomo che non c'era" (The Man Who Wasn't There), del 2001, è l'incubo dell'uomo qualunque all'interno del sogno americano. Nero dall'inizio alla fine ti fa ridere per la caratterizzazione dei personaggi (così surreali da esser realissimi) e ti fa incupire perchè c'è un Ed Craine (un incredibile Billy Bob Thornton passivo fino al midollo, ma che buca lo scermo), timido e insicuro, ma capace di cancellare la propria e l'altrui esistenza con irrisoria semplicità (topos dei Fratelli Coen in un bianco e nero sublime), in ciascuno di noi.

Un film, in sintesi, da guardare per guardarsi allo specchio, per rinunciare ad un'ora di staordinario (ammesso che non vengano de-tassati) piuttosto che ad un'altra cosa (magari sesso), per incominciare a voler essere vivi... che volerlo è gia una grande cosa.

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