"Quarti di tono di musiche lontane/echi di barocco nell'acqua del canale/impulsi di vocoder in sequenza digitale/Segnali di tamburi come giungla tropicale/ma arriva sempre il momento in cui devi suonare/ll Blu/e scivolare giù/fino in fondo al/Blu"
"Dal Blu"
Anno 1983; dopo aver passato metà del decennio precedente a scrivere canzoni scomode e decisamente molto dirette politicamente, Eugenio Finardi realizza un disco dai toni completamente differenti ma non per questo meno riusciti. "Dal Blu" è un lavoro che lascia l'ascoltatore senza fiato; un insieme di canzoni che si distinguono tutte per la perfezione stilistica e un suono pulito senza sbavature che rende le composizioni piccole isole dal mare di una purezza cristallina.
Si inizia con "Dal Blu", un blues senza chitarra in cui le tastiere dominano senza disturbare, il loro arrangiamento è perfetto e delineano una linea melodica ottima condita da un canto molto efficace. L'elemento importante del lavoro è infatti la componente elettronica, che gestita nel migliore dei modi grazie a un sofisticato programma per la produzione (il Fairlight), rende l'album un prezioso esempio di tecnologia applicata alla musica senza che questa denaturi l'essenza stessa di quest'arte. Vi sono due brani che sono il manifesto di questo nuovo modo di fare musica,le canzoni più note di "Dal Blu": "Amore Diverso" e "Le Ragazze Di Osaka". Questi brani sono due splendidi esempi di raffinatezza e delicatezza, due ballate chiare e pulite, dai testi eterei e sfuggenti. Finardi infatti ha la caratteristica di scrivere canzoni molto personali e in "Le Ragazze Di Osaka" stupisce subito il testo, "Mi Sento solo in mezzo alla gente/osservo tutto e non tocco niente/mi sento strano e poco importante/quasi fossi trasparente/E poi/resto fermo e non muovo niente/la sabbia scende lentamente/l'acqua è chiara e si vede il fondo/limpido finalmente../". Canzone nota al grande pubblico, solo basso, batteria e tastiere, splendida trama musicale, verrà ripresa da Alice nel 1989 per "Il Sole Nella Pioggia", e con un arrangiamento differente e un poco più lenta diventerà ancora più bella. Discorso analogo per "Amore Diverso", altro brano molto noto, un poco più arioso del precedente, inizia in modo simile a "Straniero" di Lucio Battisti su "E Già", ma l'elettronica di Finardi non è fredda come quella Battistina e le aperture armoniche sono splendide, "Sarà un amore diverso/grande quanto l'universo/che il tempo non potrà toccare/piccole cose da riscaldare/grandi aquiloni da far volare/E sarà sempre un nuovo gioco/per tenere acceso il fuoco/nel lungo tempo a venire/piccole pietre da trasportare/e da seguire per ritornare/".
Il resto del disco vede brani più tipici del Finardi prima maniera, "Dolci Promesse" , "Fino In Fondo" e "Infinita Autostrada", quest'ultima tipico brano power del musicista. Chiude "Laura Degli Specchi", scritta per la chiusura di "Azimut" di Alice, la versione di Finardi è meno appariscente e più semplice, quella di Alice sfrutta le notevoli capacità interpretative della cantate di Forlì con un finale dominato dal violino di Giusto Pio.
Disco vivamente consigliato.
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