Prototipo del cantautore-rocker italiano "incazzato", Eugenio Finardi, dopo alcune esperienze nel circuito musicale underground milanese, dove suona peraltro anche con Alberto Camerini, firma per la Cramps ed esordisce sul mercato nel 1975 con "Non gettate alcun oggetto dal finestrino" raggiungendo il successo, senza però mai cadere nel "commerciale", col successivo "Sugo" (che contiene le famose "Musica ribelle" e "La radio"), forse il suo album più venduto.
Il suo momento di massima ispirazione però, Finardi lo raggiunge nel 1977 (in un periodo particolarmente teso e difficile della società italiana) con "Diesel", album realizzato con alcuni dei musicisti degli Area (a cui si devono le influenze prog-jazz del disco) e prodotto da Paolo Tofani.

Finardi è un cantautore atipico in quegli anni, lontano dagli altri cantautori italiani dell'epoca, dotato di una delle voci più sanguigne e caratteristiche del panorama italiano, che sforna ottimi album rock, difficili da etichettare. Finardi è un artista complesso, influenzato dal rock alternativo e d'avanguardia ma anche dalla canzone d'autore, che si ritrova ben presto, a causa dei suoi testi impegnati e del suo spirito combattivo, ad essere (negli anni di piombo) il cantautore più amato dei movimenti di sinistra e della contestazione studentesca.
Finardi, con la sua solita grinta, affronta temi sociali, pubblici e privati, cadendo poche volte nella banalità della morale, passando da brani rock molto fantasioisi a delicate melodie.  

L'album parte con subito con un rock introduttivo elettrico, che ci parla del ritmo incalzante della società moderna che non lascia spazi personali,  del consumismo e del materialismo contemporaneo ("Tutto Subito"). "Scuola" è una critica all'istituzionalizzazione scolastica del sapere, accompagnata dal pianoforte e dal basso. "Zucchero" e "Non è nel cuore" sono canzoni d'amore, inni all'amore; "Giai Phong" è un manifesto politico contro l'imperialismo americano.  
La frenetica title-track ("Diesel") mette in evidenza l'anima jazz dei musicisti; "Si può vivere anche a Milano" riprende il tema della freneticità della vita, questa volta in particolare a Milano. Molto interessante è "Non diventare grande mai", un invito a non subire passivamente le regole degli adulti e a non farsi condizionare dai potenti: pezzo molto originale, che vede l'innesto dello xilofono.
Uno dei punti più alti dell'album è infine la conclusiva "Scimmia", uno dei più drammatici pezzi sulla droga composti in Italia.

Dopo il successivo album "Bliz" (quello di "Extraterrestre"), Finardi si allontana dalle sonorità più rock, a favore di un pop raffinato e d elegante: siamo agli inizi degli '80...

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