Non è per niente facile parlare di un disco degli Ex-Isles, o quantomeno dargli una collocazione nel mare magnum dei generi musicali (se poi sia così necessario resta da vedere). Sono senza dubbio un gruppo pop, o meglio art-pop, ma sarebbe alquanto riduttivo inserirli in questa categoria. Mi avevano già folgorato un lustro or sono con il loro esordio Luxury Mass (che consiglio di recuperare), ma con questo Domestic Sacraments sono riusciti a superarsi. Quel che è davvero incredibile è che non hanno aggiunto nulla di nuovo rispetto al disco di esordio, ma nella loro musica risiede una tale complessità e concatenazione di elementi che lascia comunque d stucco. Domestic Sacraments non è un disco come tanti né tantomeno un mero esercizio di stile, seppur ricco di elementi e spunti. Domestic Sacraments è un continuo alternarsi di armonizzazioni che scorrono fluenti a graffi caustici che ci raccontano il confine sottile tra consapevolezza e follia e di quanto la nostra società votata all’usa e getta non sia altro che una annichilente arma di autodistruzione. Eppure l’ascolto resta semplice, scorre alla perfezione, non risulta mai appesantito o stucchevole. Credo che sia proprio questa la forza del disco, quel che contribuisce a renderlo un prodotto eccellente, di impatto, di quelli che lasciano il segno o quantomeno ci portano a riflettere. In conclusione, possono anche non piacervi, ma gli Ex-Isles, a mio modesto parere, stanno scrivendo pagine importanti nella musica degli ultimi anni.
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