Questo è il primo album degli Exhorder, un gruppo americano piuttosto sfigato.
In breve la storia è questa: nel 1988 gli Exhorder pubblicarono il loro secondo demo dal titolo "Slaughter In The Vatican", contenente 7 canzoni che poi finiranno su questo album (in pratica tutte tranne "The Tragic Period"). Questo demo fece il giro del mondo grazie al tape-trading, e gli Exhorder diventarono uno dei gruppi più famosi tra i maniaci dell'underground dell'epoca. La particolarità di questo demo era lo stile del gruppo, molto vicino al thrash/death dell'epoca, ma che presentava degli elementi allora nuovi, e che in futuro diventeranno il marchio distintivo del post thrash.
Questi elementi erano le ritmiche cadenzate, pesanti, spaccaossa e da puro pogo, ed il cantato incazzato e "rauco". Così la RoadRunner li mise sotto contratto, e nel 1990 gli Exhorder pubblicarono questo album d'esordio. Parallelamente a questo album nel 1990 uscì il quinto album di un altro gruppo americano, ossia "Cowboys From Hell" dei Pantera. In questo album erano ancora presenti le radici di metallo classico dei Pantera, ma ad esse avevano aggiunto anche quegli elementi che avevano caratterizzato gli Exhorder, tant'è che nel libretto di "Cowboys From Hell" li ringraziano pure. E così nacque il post thrash, che viene chiamato dalla maggioranza "thrash alla Pantera", ma che in realtà era stato creato dagli Exhorder. I Pantera vennero pompati a mille dalla loro etichetta, ottenendo una promozione molto più potente di quella degli Exhorder (e te credo, i Pantera erano sotto una major, e la RoadRunner era ancora una etichetta metal di media grandezza). Grazie a questo pompamento i Pantera si presero il posto degli Exhorder, diventando agli occhi della maggioranza delle persone come inventori di un nuovo modo di fare metal. E gli Exhorder se la presero bellamente in culo, probabilmente l'aver intitolato una canzone "Anal Lust" gli aveva portato sfiga.
La line-up all'epoca di questo album era composta da Vinnie LaBella (chitarra), Chris Nail (batteria), Kyle Thomas (voce) e Jay Ceravolo (chitarra). Non avevano un bassista, e le parti di basso sono state registrate dai due chitarristi. Come detto sopra l'album comprende 8 canzoni, tutte dirette ed ultra-incazzate. Lo stile l'ho definito "post thrash" proprio in virtù del discorso fatto sopra, ma se qualcuno lo definisce thrash/death non sbaglia di molto. La componente thrash/death di questo album è piuttosto forte, a partire dalla produzione, curata dall'onnipresente Scott Burns ai Morrisound Studio. Anche le canzoni spesso assomigliano allo stile di gruppi come i Sepultura, visto che ci sono varie parti tirate con la batteria pestatissima e dei riff molto veloci. Ma le componenti più importanti dell'album sono le parti "mosh", ossia le parti in cui il gruppo rallenta suonando dei riff massicci, pesanti ed incazzatissimi, ed il cantato di Kyle Thomas, un vocione bastardo e cupo, lontano sia dalle voci urlate ed aspre del thrash più intransigente, sia dal growl del death metal. Mi verrebbe da dire che sembra un Anselmo in versione più rauca, ma sarebbe offensivo nei confronti di Thomas per motivi storici.
Sulle canzoni non c'è molto altro da dire, lo stile è simile per tutte quante, a parte i vari intro/outro composti da rumori, bambini che piangono, canti da chiesa... Gli Exhorder pensavano solo a menare e senza farselo mandare a dire. Se ne sbattevano delle finezze, non erano un gruppo tecnico (gli assoli sono proprio grezzi!) e non gli interessava esserlo. Volevano fare casino, urlare tutta la loro incazzatura e spingere i loro ascoltatori a fare headbanging. Ed in questo ci sono riusciti in pieno! Canzoni come la title-track hanno un tiro micidiale, viene da prendere a spallate l'armadio urlando EXHOOORDAAAAARRRRR!!! Devo dire però che la qualità non è costante per tutto l'album, ci sono alcuni punti un po' ripetitivi che fanno calare la qualità generale. La produzione dell'album è buona, i suoni sono piuttosto pesanti e potenti, anche se Scott Burns è riuscito a fare di meglio. La confezione è spettacolare. La copertina ha un disegno strafigo, che meriterebbe di essere appeso in camera sopra la testiera del letto. Rappresenta una vista da dentro S. Pietro: in alto c'è il logo del gruppo; al centro c'è la porta che dà su piazza S. Pietro, con due file di persone incazzatissime messe ai lati della strada verso un patibolo; a sinistra della porta c'è un quadro che rappresenta "Anal Lust", ed a destra un quadro che rappresenta "Homicide" (ovviamente piuttosto espliciti). E chi c'è in basso? In basso ci sono un paio di persone vestite di nero e con occhiali scuri che portano a forza il papa verso il patibolo! Tutto questo in perfetto tema con i testi, veramente crudi (quello di "Anal Lust" l'hanno censurato, in "Desecrator" c'è un chiaro "fuck your god"), espliciti ed anticlericali alla massima potenza!
Spettacolari anche le note del libretto: ci sono i classici "thanks", gli "extra special thanks", e poi i mitici "fuck you" che cominciano con "if you wear make-up and have a tool swinging between your legs" (per chi non sa l'inglese suona come "se ti trucchi ed hai un aggeggio che penzola tra le gambe"). In conclusione, questo è un album dall'importanza storica piuttosto alta, che però conoscono in pochi. Come qualità siamo a livelli molto alti, ma non di eccellenza. Va detto che i Pantera hanno fregato il posto agli Exhorder, ma hanno anche saputo fare album più belli, diamo ai Pantera quello che è dei Pantera (la qualità) ed agli Exhorder quello che è degli Exhorder (la paternità del genere).
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