Avvicinandosi ad un genere come il post rock si possono avere due reazioni contrapposte: o si rimane indifferenti davanti ad un così becero uso di melodie e suoni "nostalgici" o si rimane estasiati, cullati da dolci note che hanno il dono di farci dimenticare tutto il resto. Personalmente, nell'accostarmi a questo genere, ho subito la seconda reazione ma soprattutto sono stato piacevolmente sorpreso nello scoprire la molteplicità di realtà post rock nell'intero panorama mondiale. Dopo aver approfondito l'ascolto di gruppi come God is an astronaut, The ascent of Everest e Mogwai in particolare (oltre ad altre band meno conosciute) ho deciso di addentrarmi negli spazi malinconici degli Explosions in the sky, band originaria del Texas.
Il gruppo è capace di fondere insieme atmosfere provenienti da distanti mondi metallici, da luoghi dimenticati, partorendo riflessi di luce eterea di città immerse nella potenza della notte, sfiorando la prepotenza delle aride distese del Texas, tutti paesaggi rievocati attraverso la loro magmatica fusione. Tutto in un unico grande calderone. Da queste direttive più o meno tracciate nella storia passata della band nasce il mini album The rescue, uscito per la Temporary Residence nel 2005. Un album che può essere inteso come un breve viaggio attraverso le lande del Texas, attraverso una natura amica evocata dalle dolci noti delle chitarre del duo Rayani e Smith, esempi di chitarrismo eclettico, nostalgico, semplice e assolutamente congeniale alle atmosfere della band. Questo viaggio ha un fattore costante che è rappresentato dalle emozioni: il post rock è un genere che fa leva sulla sentimentalità di chi lo ascolta e gli Explosions in the sky sottolineano ciò attraverso delle brevi composizioni in cui emerge fin da subito la loro attitudine melancolica (maggiore in The rescue rispetto ad altri lavori).
La complessità cacofonica di altri dischi viene quì accantonata a favore di una linearità che dona ampio respiro al lavoro a partire dalla prima traccia, "Day one" che rappresenta un ottimo incipit. L'album scende di tono con gli episodi successivi e si risolleva con le dolci pulsioni chitarristiche a partira da "Day five", creando un gioco di emozioni e di ricordi che donano sensazioni nuove, piacevoli. Otto pezzi per nulla impegnativi, che scorrono via dolcemente, che riappacificano l'anima. La folgorante tempesta d'emozioni generata in altri loro lavori dalla band texana viene quì attenuata, diventando "soltanto" una pioggia, leggera, effimera, sognante...
1. "Day One" (4:32)
2. "Day Two" (3:48)
3. "Day Three" (4:34)
4. "Day Four" (3:00)
5. "Day Five" (4:35)
6. "Day Six" (5:18)
7. "Day Seven" (4:23)
8. "Day Eight" (2:35)
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