Gli Extreme Noise Terror sono sempre stati una band di cui si sente parlare molto poco. Nonostante abbiano contribuito, insieme ai ben più noti e popolari Napalm Death, alla nascita di generi come il crust-punk e il grindcore, la band di Ipswich è sempre stata piuttosto lontana dai riflettori; al massimo fanno parlare di sè in occasione di un nuovo album, ma non oltre. Va anche detto che la formazione inglese tende a rilasciare dischi nuovi con molta parsimonia (spesso e volentieri passano 7-8 anni tra una pubblicazione e l'altra), va da sè quindi che la loro discografia non sia tra le più nutrite e corpose in ambito estremo, nonostante il gruppo sia attivo dal lontano 1985. E forse, la qualità media un po' altalenante delle loro uscite ha fatto sì che gli E.N.T. venissero sempre messi un po' in secondo piano rispetto ad altri nomi. Tuttavia, dischi come "A Holocaust in Your Head" e "Damage 381" sono considerati titoli importanti nell'ambito del crust/hardcore.


Con "Being and Nothing", quarto disco in studio pubblicato nel 2001, il gruppo cambia un po' le carte in tavola. Dopo 15 anni passati a suonare crust-punk alla velocità della luce, i nostri decidono di cambiare rotta, indurendo il sound ed inglobando elementi molto più vicini al death metal: chitarroni ribassati ed un growl cavernoso e gutturale prendono il posto delle schitarrate squillanti e frenetiche e dello scream folle che da sempre costituivano il marchio di fabbrica degli inglesi. Il risultato? Un disco death/grind in piena regola, costruito secondo gli stilemi classici del genere. Un album forse un po' controverso, che al tempo della sua uscita fece storcere il naso ai fan di vecchia data della band, la quale si avvicinò più alle sonorità di formazioni come Cannibal Corpse, Dying Fetus e compagnia brutale.


10 tracce che scorrono veloci, dirette ed iper-aggressive, prive di fronzoli o arrangiamenti sofisticati. Chitarra, basso e batteria giocano, come da tradizione, un ruolo predominante all'interno del platter, e ben poco spazio viene concesso a rallentamenti o elucubrazioni sonore. Brani come la title-track, "Through Mayhem" e "Damage Limitation" sono dei veri e propri assalti frontali di durata media poco superiore ai due minuti, brevi spazi sonori in cui gli E.N.T. riescono ad erigere un possente muro di suoni distorti e sparati a velocità altissima.


Come detto poco fa, pochi sono i momenti in cui i nostri consentono all'ascoltatore di riprendere fiato. Momenti che si possono riscontrare in episodi come "Awakening" e "Non Believer Genocide", dove i nostri si allontanano per un attimo dalla furia cieca, in favore di un andamento più ragionato e costruito. Da segnalare anche "Detestation", più che altro per il suo finale atmosferico ed oscuro. Ma a parte questi pochi casi, non troverete molti cambiamenti o sorprese lungo l'ascolto di "Being and Nothing", il quale procede dritto e sparato come un proiettile in fronte all'ascoltatore. Ed è forse questo il limite principale dell'album: benchè i riff siano di buona fattura, seppur non originalissimi, si avverte lungo il procedere dei minuti un certo senso di ripetitività che alla lunga potrebbe stancare. Vero è che riuscire ad essere vari ed originali in un genere come il grindcore non è un'impresa facile, tuttavia la struttura ritmico-chitarristica dei brani è quasi sempre la medesima, e il rischio di non riuscire a distinguere i brani uno dall'altro talvolta è preminente.

Buona la produzione, che mette in primo piano sia le chitarre con un suono tagliente e deciso, sia il growl gutturale e cavernoso. Meno bene la batteria, che talvolta rischia di essere affossata dal resto degli strumenti.

Per il resto, "Being and Nothing", benchè lungi dall'essere un capolavoro, è sicuramente un album da consigliare a chi ama siffatte sonorità, a chi è cresciuto a pane e Napalm Death e non chiede nient'altro che pura devastazione sonora concentrata in breve tempo. L'esperienza del gruppo e la genuinità della proposta di sicuro sono evidenti; sarebbe bastato solo un pizzico di varietà ed originalità in più per tirare fuori un prodotto ancora più soddisfacente. Ad ogni modo, se volete passare una mezz'ora tonda di sano grind/death ignorante e da battaglia, questo disco saprà accontentarvi.

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