Nella foto che vedete qui a destra, sono ritratti il Vostro devoto Bartolomeo Boom e Mike Williams.
Mike Williams è il cantante degli EyeHateGod.
... (momento di pausa)
Se questo momento di pausa non vi è stato sufficiente per comprendere l'importanza di tutto ciò, probabilmente è perché non siete degli aspiranti slagger.
E allora mi sa che occorre qualche spiegazione.
Mettiamola così: ora che ho una foto che mi ritrae con Mike Williams, posso anche mettermi ad ascoltare electro pop anni '80, chiedere consigli musicali ad Enea, iscrivermi al gruppo Facebook "Dodi torna nei Pooh" e comunque continuare a bullarmi con tutti i medallini della sala giochi del mio paese.
Non so... è come essere il coprotagonista di un video hard di quelli che girano liberamente su internet insieme a Keeley Hazeel: può anche venir fuori che sei abbonato a tutte le riviste dirette da Alfonso Signorini e comunque nessuno potrà dubitare della tua eterosessualità.
Perché Mike Williams non è soltanto slagg. Mike Williams è LO slagg.
Per qualche strano motivo, me lo immaginavo alto, magnetico, affascinante. Un poeta maledetto, il cantore di un male di vivere intimo e disperato.
Mi sono ritrovato davanti un tizio basso, ponchiotto, affetto da ridarella cronica, non molto profumato, di un pallore cadaverico e con uno sguardo che ricorda il post mortem di un trancio di tonno. Troppo slagg.
I fatti che hanno preceduto l'estorsione di questa foto sono stati più o meno i seguenti.
Fisicamente e finanziariamente prostrato da un lavoro infame e infamante, giungo nei pressi del Magnolia con largo, larghissimo anticipo: giusto in tempo per avere un malore allorchè mi vengono chiesti CINQUE EURI per il parcheggio.
Abbozzo una timida protesta, subito soffocata nel sangue dal parcheggiatore che, con un solo sguardo, mi dice: "Amico bello, con questo lavoro di merda guadagno 10 volte quello che guadagni tu con la tua laurea e la tua parlantina. In più la notte dormo sereno come una Pasqua o quale altra cacchio di festa comandata abbiamo nello Sri Lanka. Consolati: pagare 5 euro per un parcheggio è davvero molto slagg".
Fuori dal Magnolia, intanto, si è radunata una massa informe di facce da galera come non ne vedevo dai tempi della discoteca alla domenica pomeriggio: ragazze che ruttano con i collant strappati, palestrati di estrema destra col capello corto corto, riottosi di estrema sinistra con le barbe lunghe lunghe, bestemmiatori incalliti, voncioni con i dreadlocks... in pratica sono l'unico a non avere i polpacci grossi come due meloni.
Dentro al locale, Mike Williams e Jimmy Bower se ne stanno belli freschi al banchetto delle magliette e fanno affari d'oro.
Bower sembra una matrioska da quanto è basso, tondo e senza collo: una specie di via di mezzo tra Gimli de "Il Signore degli anelli" e Rasputin.
Di Williams ho già detto.
Entrambi si rivelano commercianti spietatissimi.
Se vuoi stringere loro la mano, devi comprare una T-Shirt. Una Long Sleeve se vuoi anche l'autografo.
Appena capisco l'andazzo, inizio a tampinare Mike Williams peggio di un rappresentante della Foletto.
Bartleboom: "Mike, più bella cosa non c'èèè, più bella cosa di teee. Can I take a photo with you?"
MW: "Naaaaaa, prima comprati ‘na maglietta!"
BB: "Mike, e ci sei, adesso tu, a dare un senso ai giorni miei... Please, just one photo!"
MW: "Caro, scommetto che dietro di te c'è qualcuno che vuole comprare una maglietta... Step aside, madafakka!"
BB: "Saràààà! Saràààà! L'auroraaaa... Mike, non fare il menone. Tra l'altro ‘ste magliette non si possono guardare..."
MW: "Long sleeve, it's OK?!"
BB: "Siamo i ragazzi di oggi, Mike... la long sleeve costa 35 euri e per pagare il parcheggio ho dovuto riscuotere i buoni postali del nonno"
MW: "Uhhh... non mi parlare del parcheggio! Hai visto che roba?! ‘mmazza che ladri! Dai, facciamoci una foto che così ci passa la malinconia"
Ed eccoci qua.
Il concerto è stato proprio come me l'ero immaginato: intenso e cazzone.
Quello degli EHG, più che un muro, è un congresso di muratori bergamaschi di suono.
Roba che senti le vibrazioni che salgono dal pavimento e ti fanno tremare le piante dei piedi
Bower mentre suona fa delle facce buffissime e pare davvero spassarsela un sacco.
Williams si muove sul palco reggendosi a fatica sulle gambe, ciondola, si aggrappa all'asta del microfono come se fosse costantemente sul punto di crollare per terra.
Sembra riprendersi impercettibilmente soltanto quando canta: "Buuaaraaggghghghg aghagh arraghg ghrgaghg aaaaaaaggggggrrrrrrrrrr!!!!"
Dopo più o meno ogni canzone ringrazia:
1) la mamma;
2) il pubblico;
3) New Orleans - Louisiana;
4) qualcos/qualcun'altro ("Thank you very much sbrighidibl") che nè io, nè chi mi circonda capiamo. Così, nell'incertezza, decidiamo di lanciare urla belluine verso il palco facendo il gesto delle corna. Lui pare apprezzare e annuisce con aria benevola.
Segrate - New Orleans: una razza, una fazza.
Tutto, però, passa in secondo piano di fronte alla mia foto con Mike Williams.
Non so come dire... è come se vent'anni di carriera medallara avessero finalmente trovato il loro compimento. Più in alto di così, direi che c'è solo:
- una vacanza in campeggio con Burzum;
- insegnare a Kerry King a leggere e scrivere;
- scroccare un pezzo di focaccia con le olive a Gene Hoglan;
- tagliare i baffi a Geezer Butler;
Un giorno mostrerò questa foto a mio figlio e gli dirò: "Figlio mio, lo so che ora tu mi consideri un matusa. Ma sappi che un giorno di mille anni fa tuo padre ha fatto una foto con Mike Williams".
"Ebbravo babbione! E chi cazzo è Mike Williams?!"
"Ora come ora non me lo ricordo nemmeno io, ma quando avrò iniziato a cinghiarti a sangue con la cintura dalla parte della fibbia sono sicuro che qualcosa ci verrà in mente"
E adesso un po' di ringraziamenti.
Grazie ai miei genitori per non avermi comprato lo scooter quando avevo 15 anni, costringendomi a raggiungere la maggior età in sella ad un Ciao Piaggio, anno 1989, aggiudicato ad un'asta fallimentare.
Grazie a tutte le ragazze che negli ultimi 15 anni mi hanno spezzato il cuore (impossibile elencarle tutte...), grazie alla mia professoressa di matematica del liceo, per ogni umiliazione pubblica mascherata da interrogazione. E ancora: grazie ai vigili urbani e agli ausiliari del traffico delle province di Varese e Milano, grazie alle mammine rampanti che al mattino accompagnano all'asilo la prole lasciando il SUV in mezzo alla strada perché non lo sanno parcheggiare, grazie a mia nonna e al suo entusiasmante vizietto di lavare la scodelle mentre sto facendo la doccia, grazie al mio internet provider e ai suoi numerosi, reiterati inadempimenti.
Grazie.
Perché senza di Voi non sarei mai diventato così slagg.
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