San Giorgio a Cremano (Napoli), fine Anni '60. Antonio Cavallaro, in arte Fabio Celi forma un Gruppo chiamato Fabio Celi & i Pop. Presto registreranno poi un 45 giri dal titolo "T'ho Vista Piangere" (1968) con il retro intitolato "Un Milione Di Baci". L'anno successivo la Band cambia nome in Fabio Celi e Gli Infermieri e si ritrova nuovamente in sala per registrare l'unico Long Playng, dal titolo "Follia". Il Disco è contornato di mistero, perchè si dice sia stato inciso nel 1969, quando ottiene invece un piccolissima fetta di notorietà nel 1975 in occasione dell'unica apparizione televisa dei nostri al programma "Adesso Musica".
Ora voi vi chiederete: "Beh... cosa c'è di strano se un Gruppo minore del Prog Italiano ha avuto poca notierità, dato che per la maggioranza di coloro è andata così?" Non c'è nulla di strano infatti, tranne il fatto che questo interessante ed innovativo Album ha avuto una dificilissima strada per arrivare almeno ad una sufficiente visibilità, per via delle censure della conservatrice (oggi come ieri) RAI. Censure per reprimere e accecare sulla verità di una società decadente e piena di "Follia". Si, perchè in questo Disco non si parla di cavalieri, viaggi alati, pianeti in antitesi fra di loro o religione. Non si prala di tutto cio' che è comune al nostro Prog, qui si parla di voler essere alti un metro e novantotto e con le spalle alte come un armadio a muro per andare in giro e "fare sempre a botte", inorizzando su una bella fetta della nostra società che riesce a rendere la violenza un arte sadica ("L'artista sadico"). E ancora sopra un divertentissimo quanto accattivante giro di Hammond si sottolinea la follia di un giudice venduto ai delinquenti, di un deputato che smercia cocaina, di un industriale che vende armi in Africa e del pane e della benzina che aumentano sempre di piu', il tutto condito da schiamazzi che pronunciano la "FOLLIAAAAAA!!!" con una risata tra sarcasmo e malignità. Inquesto Disco si chiede anche il capestro (il capestro è la corda che si lega attorno al collo di un cavallo o di un asino per poi trascinare il povero animale) a coloro che "per quante dosi di polverina" danno alla gioventù e a coloro che "trafficano cannoni per i capi tribù", èper loro che Fabio chiede "il capestro nelle piazze della nostra città". Poi l'Album si abbandona a toni piu' rilassati ma con parole sempre piene di rabbia, grazie al testo ingenuo e alla melodia de "Il Presidente", dove a parlare è un presidente dalcuore tenero con la vocazione di aiutare il suo popolo ed a non a calpestare il loro corpo, anche se lui non ci puo' fare niente perchè chi ha messo "all'asta il suo popolo, la sua famiglia" gli ha detto "tu non sei nessuno" e di non mettere in atto cio' che promise. Il tutto ruota attorno ad una melodia davvero molto bella e struggente. Sempre in toni anestetizzati troviamo la retorica "Uomo Cosa Fai" e il finale "Distruzione".
Un gruppo senz'altro senza peli sulla lingua! Peccato che non abbia avuto altre possibilità per continuare a dire la sua. Tral'altro erano molto interessanti anche nei live, dove nel finale quando veniva suonata "L'artista Sadico" Fabio Celi usciva da una bara, e quando poi cominciava a sbraitare autoproclamandosi un Artista arrivavano gli infermieri che dopo averlo rivestito di camicia di forza lo ributtavano nella bara! Un Album ben suonato tra Classicismo e R'n'B, tanto che se è vero che è stato registrato nel 1969 è avanti di 4 anni, visto che le sonorità che ne son venute fuori,in Italia le abbiamo cominciate ad ascoltare dal 1972 in poi. E c'è da dire ancora che nel modo di cantare Celi, non solo anticipa Claudio Canali del Biglietto Per L'inferno ma anche l'odierno Caparezza (ascoltare per credere!), anche se Celi ti sbatteva la verità in faccia senza metafore, come invece oggi fa il nostro Caparezza.
Dopo "Follia", Fabio Celi e gli Infermieri registrano un altro 45 giri dal titolo "Via Gaetano Argento 80141 Napoli" (1971), con "Fermi Tutti è Una Rapina" come lato B,che sempre in toni di protesta con un saporito contorno d'ironia anticipa sonorità che oggi se sfruttate come Fabio ha fatto darebbero molti buoni profitti culturali a questa generazione decadente e nulla dei giorni nostri.
"Follia" pur se registrato 40 anni fa stupisce per la sua terrificante (immutata!) attualità della società che descrive.
Fabio Celi e Gli Infermieri erano:
Fabio Celi (Tastiere e Voce), Ciro Ciscognetti (Tastiere), Luigi Coppa (Chitarra e Armonica), Rino Fiorentino (Basso) e Roberto Ciscognetti (Batteria, Percussioni).
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