E' arrivato a sorpresa, nella notte del 7 aprile, il decimo lavoro da solista di Fabri Fibra, nonchè ottavo album in studio. A lanciare la "bomba" è stato il singolo "Il Rap nel mio paese" il quale ha fatto piuttosto discutere per via del "dissing" o provocazione (chiamatela come volete) nei confronti di Fedez.
In perfetto stile-Fibra si è trattato di un lavoro non semplice da analizzare, per quanto al primo ascolto l'album possa sembrare superficiale e scontato: è qui che bisogna fermarsi per riflettere effettivamente su un messaggio (esiste?) che questo Cd dal nome apparentemente no-sense vuole trasmettere e per unire i puntini che tracciano il percorso artistico e comunicativo dell'album è necessario per forza di cose escludere alcune canzoni.
Con collaborazioni più che rispettabili (in primis Guè Pequeno e Clementino), Sfiber ci racconta dal suo punto di vista, le due faccie della stessa medaglia chiamata successo: è un percorso già iniziato nel suo libro "Dietrologia: i soldi non finiscono mai", e che racconta il sistema visto dall'interno nei suoi aspetti positivi e negativi tra il successo, il lusso e le frustrazioni di un artista che deve adeguarsi alle regole del mercato (a volte squallide).

"Il Rap nel mio paese" è un rigurgito nei confronti della scena hip hop e più in generale della società italiana, attratta da artisti costruiti a tavolino dal mercato e dalle major, grazie alle quali riescono ad ottenere una grande fetta di visibilità. Gli stessi artisti, montati attraverso talent show, instore e quant'altro si rivelano poi privi di qualsiasi tecnica o contenuto, pur riuscendo ad ipnotizzare la massa grazie alla loto continua presenza nei media.

"E tu ci convivi" è un interessante collaborazione con Guè, il quale sembra ogni tanto ricordare di avere una grande tecnica. Insufficiente la parte di Fibra nonostante l'originalità, mentre il rapper dei Dogo offre una lucida analisi sul popolo italiano, assopito nei suoi mille problemi.

"E.U.R.O" è una limpida spiegazione delle logiche di mercato, del rapporto denaro-artista in cui Fibra sembra voler confessare (ironicamente) di essersi "venduto" al denaro, Clementino contribuisce ma non a livello di contenuto.

Oltre queste canzoni, che considero le più importanti a livello di concetti, il percorso di Fibra si completa con delle ottime bonus track, su tutta l'ottima "Voglio Sapere", una delle canzoni più serie del Fibra attuale, in cui sembra gettare totalmente il suo pensiero su un foglio, senza filtro.
In definitiva, Squallor riesce nel suo intento di comunicare concetti non banali legati al discorso fatto in precedenza (successo-denaro-squallore) e aiutato anche da ottime strumentali, quasi tutte le canzoni risultano orecchiabili, decisamente migliorate rispetto all'ultimo lavoro "Guerra e Pace". Le collaborazioni valorizzano ulteriormente il disco la cui unica pecca è la presenza di canzoni decisamente brutte che avrei risparmiato volentieri: si tratta tuttavia di una minoranza alla quale chi ascolta Fibra è già abituato, per cui quelle tracce passano automaticamente in seconda fascia rispetto ad altri lavori riusciti in maniera ottima. Buon ritorno di Fibra.

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