"Canzoni" o "Volume 7"?

Ma andiamo con ordine. Il buon Fabrizio De André veniva da quel "Storia di un Impiegato" ai tempi tanto discusso ma oggi considerato una pietra miliare, o poco ci manca. Non si sa come ma il Nostro riusciva a sfornare capolavori con un ritmo praticamente annuale e, di fatto, già i soli "Tutti Morimmo a Stento", "La Buona Novella" e "Non al Denaro Non all'amore Né al Cielo" lo avevano per sempre proiettato tra i grandi della musica italiana, a tal punto che avrebbe potuto anche decidere di concludere lì la sua carriera che tanto oggi lo staremmo ancora venerando a mo' di dio sceso in terra.

Per dare due coordinate politico-temporali, siamo nella prima metà degli anni Settanta, in Italia il clima, non quello meteo eh, più che caldo è torrido e ai cortei, ogni tanto, qualcuno si presenta con la pistola. "Storia di un Impiegato", negli ambienti della sinistra extraparlamentare è stato massacrato, giudicato un tentativo, fallimentare, di darsi un tono da intellettuale impegnato. De André, tanto per cambiare, è nuovamente in crisi e non ha la benché minima idea di cosa scrivere ma contratti e beghe varie non stanno certo ad aspettare l'ispirazione di turno.

Quindi? Tanto di umiltà e si ammettono apertamente i proprio limiti: non so che fare, tanto vale riproporre roba vecchia. Oggi, per operazioni del genere, parleremmo tranquillamente di "raschiamento del fondo del barile" ed in fin dei conti la cosa non è troppo distante dalla realtà ma va anche sottolineato come De André non fosse certo il primo che passa(va) e, anche in questi casi, si riesce comunque ad ottenere un'opera di valore, anche grazie ad alcuni accorgimenti non male. Il buon Fabrizio era uno pieno di idee ma aveva anche la capacità di capire chi, in certi contesti, fosse migliore di lui o potesse comunque diventare un ottimo "strumento" per il raggiungimento dei suoi scopi, motivo per il quale la sua carriera è stata così piena di collaborazione illustri: un grande organizzatore del lavoro altrui, fu una volta definito. E proprio in quei mesi c'è un giovane cantautore romano, tale Francesco De Gregori, che pian piano sta facendo uscire delle cose interessanti, talmente interessanti che De André vuole lavorarci assieme. Da lì sarebbe partita una delle più atipiche collaborazioni della storia della musica italiana, non tanto per eventuali divergenze tra i due, quanto per il "metodo" di lavoro: Faber di stare sveglio, come ogni cristiano, di giorno non vuole proprio saperne, quindi che fa? Di notte, quando è allegro e pimpante, scrive a iosa e lascia appunti vari a De Gregori che poi la mattina dopo, quando ad essere "in modalità lavoro" è lui, ci mette mano. Il risultato di questo costante "cambio della guardia" sarebbe stato "Volume 8" dell'anno dopo, ma questa è un'altra storia.

"Canzoni", mai titolo fu più azzeccato per una raccolta di materiale così eterogeneo e "sparso", è comunque il banco di prova per capire l'intesa con De Gregori, che qui si va a concretizzare in "Via della Povertà", ovvero la "traduzione" di "Desolation Road" di Bob Dylan. I dieci minuti di durata, tra l'altro per un brano posto in apertura dell'album, forse sono eccessivi ma l'esperimento riesce, con Dylan che viene deandrizzato con gusto ed il brano che si inserisce perfettamente, per musicalità e tematiche, nella discografia del cantautore di Zena. "Canzoni", visto che, come si sarà capito, si era a corto di materiale nuovo, è quindi l'occasione per rendere omaggio a vecchie e nuove influenze. Se Dylan e De Gregori aprono di fatto a De André le porte del folk rock o comunque di un approccio musicale di stampo anglosassone, che avrebbe poi raggiunto il suo apice negli anni della collaborazione con Massimo Bubola, altre rivisitazioni, oggi parleremmo semplicemente di cover, ricordano invece quelli che fino a quel momento erano stati i mentori del genovese. Georges Brassens viene tirato in ballo con "Le Passanti", uno dei pezzi più affascinanti interpretati dal cantautore ligure, e "Morire per delle Idee" che di fatto, insieme al pezzo rimaneggiato con De Gregori, rappresentano le uniche reali novità presenti sull'album.

Visto che però c'è ancora una mezz'ora di vinile da riempire viene riproposta quell'operazione già messa in atto ormai diversi anni prima, ovvero ai tempi di "Volume 3", di cui questo "Canzoni" potrebbe essere a tutti gli effetti il degno seguito. Ben prima dei vari concept album, infatti, Fabrizio De André si era contraddistinto per una lunga serie di 45 giri pubblicati nel corso degli anni Sessanta, con diversi brani che sarebbero stati, appositamente rimaneggiati, recuperati per i vari "Volume 1" e "Volume 3". Ad un album-riempitivo come questo va comunque riconosciuto il merito, infatti, di far finalmente approdare su un lp ufficiale brani come l'ironica "La Città Vecchia" e "La Canzone dell'amore Perduto", autentiche gemme che, inspiegabilmente, fino a quel momento non avevano goduto di una diffusione più ampia. Se "Fila la Lana" univa quella fascinazione di De André per le atmosfere medievaleggianti a quelle tematiche antimilitariste che già lo avevano reso celebre, "Suzanne" e "Giovanna d'Arco", originariamente lato A e B dello stesso 45 giri, sono un tributo al mondo di Leonard Cohen.

"Canzoni", come già abbondantemente spiegato, nasceva in un periodo di crisi e dalla necessità di dover comunque pubblicare del nuovo materiale: i presupposti per un fiasco, di fatto, c'erano tutti, ma, grazie a delle buone intuizioni, come la collaborazione con De Gregori, che sarebbe stata poi approfondita da lì a breve, ed al recupero di materiale già ai tempi datato, si riuscì comunque ad offrire al grande pubblico un disco degno del nome presente in copertina. Nonostante ciò è indubbio che i grandi album dell'artista genovese rimangano altri e che l'ascolto di un disco del genere è consigliabile solo a chi ha già una buona conoscenza del repertorio di De André e vorrebbe andare a scoprire anche alcuni dei suoni brani meno noti.

"Canzoni":
  1. Via della Povertà
  2. Le Passanti
  3. Fila la Lana
  4. La Ballata dell'amore Cieco (o della Vanità)
  5. Suzanne
  6. Morire per delle Idee
  7. La Canzone dell'amore Perduto
  8. La Città Vecchia
  9. Giovanna d'Arco
  10. Delitto di Paese
  11. Valzer per un Amore (o Campestre)
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