Non che la mia infanzia sia stata tutta questa gran roba, ma ero io.

Ricordo molto bene l'apparire delll'angoscia, che fu un improvviso chiedersi "e adesso che ci faccio qui?" "chi sono queste persone, che gli dico?" e quelle persone erano i miei migliori amici, in un qualsiasi pomeriggio perso nei ricordi.

Avevo tredici, quattordici anni e quell'ombra arrivò senza preavviso. E' ancora qui con me. E lottiamo, lei probabilmente senza alcuno sforzo, come un oscuro sottoposto che esegue gli ordini senza farsi domande.

Quante cose mi son dovuto inventare in battaglia!!! essere un poeta, cercare di pensare con la mia testa, conquistare fanciulle nonostante fossi (come del resto sono ancora) un brutto sgorbio, ubriacarmi d'illusione, fabbricare dilettanteschi talismani...

E musica, tanta, tanta, tanta musica. Per questo son qui come tutti voi "a ballare di architettura".

Ci vorrebbe la recensione. E facciamola allora.

"La canzone dell'amore perduto" è la canzone d'amore più bella di tutti i tempi. E Fabrizio uno dei miei tanti babbi.

Il più importante forse, perché cantava parole che capivo. Che il rock'n'roll era divin rumore, energia.

Una volta mia sorella vedendo mio figlio che faceva un casino infernale con un cucchiaio e una pentola gli ha detto "fa un bel rumore, vero?".

Gli ha detto proprio così e ha sorriso.

Ecco il roc'k'roll è una cosa del genere.

Fabrizio era come mio cognato invece. E mio cognato mi metteva dei libri in mano ed era bello cone il sole.

Forse non ci crederete, ma sto piangendo.

Ah la canzone dell'amore cieco piace alla mia nuova fidanzata. E' una che per gioco l'altro giorno le ho messo dei palloncini in testa, Beh, non si capiva la differenza.

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