Suona bene il ritorno sulle scene di Fabrizio Moro. "L’inizio", questo il titolo del nuovo disco, arriva a circa tre anni dall’ep di inediti "Ancora Barabba" e vede il cantautore romano proporsi per la prima volta in carriera come unico autore di tutti i testi dei brani in esso contenuti (dieci, se si considera l’introduzione). In occasione dell’uscita del suo sesto album in studio, Fabrizio Moro ha deciso di avvalersi dell’aiuto di qualche nome noto nel panorama del cantautorato italiano; diverse sono, dunque, le collaborazioni da segnalare: spiccano anzitutto la quasi onnipresenza di Piervincenzo Cortese (meglio conosciuto come Pier Cortese) ai suoni generati dall’iPad e al sintetizzatore e quella di Roberto Angelini alla steel guitar nella title track "L’inizio". Di rilievo anche le presenze degli GnuQuartet (programmazione archi in "Sono come sono" e "Babbo Natale esiste", archi in "Questa canzone"), del tenore Stefano Priori (è sua la voce ne "L’inizio"), del percussionista e trombettista della Bandabardò Ramon (percussioni e fiati in "Comunicando") e del consueto Danilo Molinari (chitarrista già a fianco di Moro nei lavori precedenti).
Le dieci tracce contenute nel nuovo album in studio del cantautore sembrano essere accomunate da un unico minimo comun denominatore: la rinascita. Ma rinascita da cosa? Procediamo con ordine. La pausa di tre anni dall’ultimo lavoro in studio ("Ancora Barabba", come già detto) ha visto Moro vivere una fase di stallo nella composizione di nuovi brani (se non si considerano eccezioni come "Sono solo parole", portata al successo lo scorso anno da Noemi), come dichiarato dallo stesso nelle numerose interviste rilasciate prima della pubblicazione del nuovo progetto. Una fase di stallo difficile da affrontare e difficile da superare, un periodo difficile sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista umano (lo aveva detto anche nell’intervista a Rockol). La ritrovata pace e la recuperata ispirazione, tuttavia, hanno permesso al giovane cantautore di sfruttare quella sorta di crisi come punto di ri-partenza verso il futuro (a confermare quanto detto ci pensa anche l’immagine di copertina, che vede Moro figlio impugnare una chitarra e osservare da lontano una strada che a guardarla sembra infinita). Una rinascita a cui corrisponde anche la separazione dalla Warner (etichetta che aveva curato la pubblicazione dei precedenti lavori di Fabrizio) e la fondazione dell’indipendente La Fattoria Del Moro (distribuzione Sony Music). Produce, ora, lo stesso Moro insieme con Pier Cortese: un album lontano dalle logiche di mercato e dal mainstream.
L’ascolto dell’album parte in quinta con "L’inizio" e con il primo singolo "Sono come sono", che vede il cantautore romano intraprendere la ricerca di un equilibrio esistenziale. Nella terza traccia, "L’eternità", Moro veste i panni del romanticone innamorato che intona le note di una canzone scontatamente leggera. "Io so tutto" sembra suonare come il nuovo pezzo scritto da Povia e presentato in gara a Sanremo: un brano provocatorio e politicamente impegnato nel quale si prevede addirittura la morte del Divo Andreotti. Ritmi inediti sono quelli esplorati per mezzo di "Comunicando" (avremo la possibilità di vederla interpretata sul palco del prossimo Concerto del Primo Maggio?), mentre "Questa canzone meravigliosa" omaggia la musica d’autore di Modugno, Bindi, Tenco ed Endrigo. La traccia numero otto, "Soluzioni", si propone come un’ironica invettiva contro ogni ipocrisia, groove con cori alla Kasabian con finale sorprendente in cui la chitarra elettrica, il basso e la batteria si intrecciano alla perfezione. Un altro pezzo politicamente impegnato lo è "L’Italia è di tutti", in cui Fabrizio Moro spende rime ricercate per l’Italia bene comune (sarà il nuovo inno della coalizione di centro-sinistra?). Chiude "Babbo Natale esiste", una bella ninna nanna dedicata al piccolo Libero, un must per un cantautore divenuto padre (sulla scia di altri colleghi come Baglioni, Renga e Antonacci).
Sembra essere ormai lontano il Moro autore di "Eppure mi hai cambiato la vita", "Sono solo parole" o della più recente "La mia felicità" (interpretata da Emma nel suo ultimo album di inediti, "Schiena"). Al suo posto, ecco comparire un uomo maturo artisticamente e umanamente parlando, senza peli sulla lingua e senza scrupoli: e "L’inizio" è proprio tutto questo, un album semplice, diretto, di pancia, di cuore. Contaminazioni tra pop ed elettronica su dinamiche ed incursioni essenzialmente rock.
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