Credo sia stato il 1989 quando comprai “Scheintot” dei FACTRIX, l’ edizione originale in vinile del 1981 della Adolescent records, da Disfunzioni Musicali a Roma. In quella occasione nel negozio stavo parlando con un altro ragazzo dei Drowning Pool , gruppo della scena trance californiana e mi chiese che musica facevano questi Factrix, gli risposi un pò in difficoltà che non avevo sentito alcunchè di simile fino a quel momento: presi la penultima copia e lui, ad occhi chiusi, l’ ultima. Ricordo questa situazione per la discordanza del nostro aspetto e atteggiamento solare cui si è abituati ad associare qualsiasi cosa eccetto l’ acquisto di un disco come “Scheintot” dei Factrix. A distanza di trent’ anni capisco che quell’ approccio è stato esorcizzante, vediamo il perchè.

Ed ecco che con questo lavoro i Factrix aprono ad una visualizzazione di un luogo che è di fondamentale importanza per capire diverse cose del perchè siamo qui e dei pericoli concreti e costanti che influenzano, infingano e limitano la nostra vita.

E queste atmosfere e arie, sussurri e vibrazioni oscure , angoscianti e angosciate, con un orrore sempre presente (il lato oscuro di tutti), diventano la perfetta colonna sonora di quella Landa che individuamo come “basso astrale”.

Il basso astrale è quell’ aldilà che è intorno a voi. Umbral, zona grigia o zona intermedia, questo pianoterra è quel luogo dove tanti si ritrovano dopo la morte. E’ il viaggio incompiuto dove stazionano le anime che non sono riuscite ad andare verso la luce e oltrepassare la soglia per collocarsi nel rispettivo piano armonico. L’ impossibilità di entrare nelle “grazie di Dio” dipende principalmente dall’ attaccamento alla vita materiale e il non accettamento della nuova condizione dopo la morte. Anime egoiste che hanno avuto molto dalla vita materiale e nel momento del trapasso non vogliono rinunciarci, vogliono continuare a peccare. Il rifiuto che va a braccetto col desiderio di continuare a provare quei piaceri terreni fa sì che l’ anima si blocchi in questa Landa.

Una zona tremenda che attraverso il dolore del corpo etereo , come se si trattasse del dolore del corpo fisico, modula la sofferenza a seconda i conti che si è accumulati durante l’ esistenza terrena e espleta una prima scrematura sui debiti karmici dell’ individuo dunque, che te lo dico a fare, più l’ hai fatta grossa più devi penare. E rimanendo in questo impasse queste anime incompiute, che non hanno un cazzo da fare, rompono i coglioni ai reincarnati facendogli subire i pensieri non graditi indotti per ricreare quei piaceri che avevano in vita: tutta l’ umanità è soggetta a questo tipo di possessione.

Queste entità astrali parassitarie subdolamente si insinuano nella nostra psiche facendoci provare sensazioni che la maggior parte delle volte non ci appartengono e che nutrono chi le suggerisce, animandoci così con sentimenti negativi, comportamenti dannosi, fino ad arrivare, trovando campo fertile, a livelli impensati di efferatezza in misura di quanto à attaccabile il soggetto preso di mira.

E perciò, se si presenta da parte nostra, un desiderio ossessivo, una debolezza sia fisica che emotiva... Zac!, si apre la porta, come ad un vampiro che deve essere invitato, all’ assunzione anche di più entità per deragliamenti sessuali, di violenza, ira, ingordigia, depressione, tristezza e così via.

Nel corso di tutte le nove tracce del disco la musica ci accompagna in questa zona senza speranza scandita da percussioni angosciosamente invasive, dal parlato medium-cantilenante, dall’ efficace uso evocativo della radio guitar che si dimostra veicolo medianico per sondare questa inquietante realtà.

Già il titolo dipana il filo: “Morte Apparente” e gli episodi musicali sono anch’ essi supportati da un simbolismo ulteriore anche dai titoli delle “canzoni”: Luci inquietanti - respiro pesante- linea sottile... E poi la grafica, i testi: tutto è disturbante.

La musica è un’ accozzaglia allucinante di stilettate oscure non identificabili assolutamente con le etichettature innocue di dark, gothic, ecc. Scordatevi tutto questo e non provate a fare accostamenti. Qui si fa maledettamente sul serio.

Allo scorrere dei brani veniamo coinvolti in un viaggio allucinante, il suono dei Factrix crea un alone penetrante, uno scudo di densità trasparente, perchè se realmente dovessimo visitare questi luoghi (ed è possibile), dovremmo affrontarli protetti dal non pensiero, che ci guida creando un filtro impersonale permettendoci di vagare come Dante in questo Inferno senza subire irrimediabili conseguenze. Essere in grado di fermare i pensieri, abbattendo la visione egoica, è lo scanner per riconoscere, dentro e fuori di noi, chi realmente abbiamo di fronte per non cadere in tentazione e liberarci dal male e “conoscere se stessi”, avendo un doppio effetto che scoprendo coscientemente l’ ospite o gli ospiti indesiderati, con un “Cu Cu”, o anche Tana!, possiamo liberare anche loro offrendo un servigio divino come quella scena da “Il signore degli Anelli” dove nell’ utimo episodio il futuro Re Aragon, dopo la vittoriosa battaglia, lascia libere le anime prigioniere reclutate nella “zona morta”.

Il pericolo, quando si va a ficcare il naso da quelle parti, è altissimo. Bisogna possedere una scorza millenaria per non cadere in tentazione ed essere “catturati”. I Factrix ci paventano la possibilità di sperimentare l’ osservazione dei nostri pensieri per cercare alfine di avere la padronanza di fermarli a comando. Ed allo svolgere delle sonorità ci avviciniamo sempre più alla zona centrale della Landa, terribile punto dove il Male più estremo si manifesta. E quella distorsione alla fine di Phanton Pain, l’ ultimo pezzo, è talmente impregnata di orrore che istintivamente ci ritroviamo a pregare per la salvazione della nostra anima: “Anche se io cammino per le valli delle ombre e della morte, io non avrò niente da temere perchè il Signore è in me”.

Bond Bergland, Cole Palme e Joseph T. Jacob mettono sul “piatto” un lavoro imprescindibile dove rivelano, senza alcun ammiccamento, il lenzuolo funebre: il mondo dei vivi è governato più dai morti che dai vivi perchè queste forme-pensiero pensano, il più delle volte, al posto vostro. Conoscono i labirinti della vostra mente e attuano dinamiche tortuose che i Factrix riconoscono, materializzando a livello sonoro questo mondo, e invitano gli altri a vedere, cercando un cambio d’ atteggiamento rivolto a tener conto dell’ esistenza del basso astrale che influenza pesantemente tutti noi e tutta questa dimensione.

Cani morti sul pavimento, nella stanza scatole piene di sangue.

Carico i commenti...  con calma