Nella patria del "belcanto", dove la gente ancora si spaventa se alla domanda che musica ascolti rispondi con un metal o un hardcore, ecco arrivare Portraits. E per fortuna che è arrivato. Il disco, debutto della band vincentina Fall Of Minerva, è una bomba metalcore, fatta di momenti violenti e aperture melodiche straordinarie.
Dopo un lungo tour che ha portato i cinque ragazzi veneti fuori dai confini italici (raggiungeranno tra poco la Russia per poi tornare qua da noi in estate), i Fall Of Minerva sono approdati tra le braccia della Basick Records, e si sono messi a creare il loro primo album in studio. Portraits è multicolore: è scuro quando le sfuriate delle chitarre sempre in primo piano; è più chiaro quando irrompono, a sorpresa, pianoforte e violino. Nei testi poi c'è disperazione, rabbia, e tanta passione.
Tecnicamente ineccepibili, i dieci brani di questo disco sono spettacolari, ed emanano tutta l'anima di questa giovane band. Basta ascoltare il singolo "Beyond The Pines" per rendersi conto della bravura dei Fall Of Minerva. Ma non c'è solo tecnica: c'è anche una forte componente emotiva che destabilizza, che coinvolge e rende magico questo suono vigoroso e troppo raro in Italia. Nella bellissima "Träume", unico pezzo cantato nella nostra lingua, c'è furia e aggressività, c'è voglia di combattere.
A stupire sono i momenti in cui la violenza si fa da parte, per dare spazio alla melodia. Nei sei minuti di "Sguardi Nel Buio" nessuno grida, nessuno "fa growl", nessuna chitarra dilania i nostri timpani. Ci sono violini e violoncelli, c'è un orchestra intera che prende il sopravvento e spiazza. Sei minuti di pura bellezza, sei minuti da brividi in cui la sensazione di inquietudine sale ai massimi livelli. Stupisce però anche il post-rock di "Grave Of The Fireflies", drammatico e delicato allo stesso tempo.
E' incredibile come band come i Fall Of Minerva, bravissimi sia tecnicamente, sia nel darci emozioni sincere e sentite, rimangano una band di nicchia nel nostro Paese. Non hanno nulla da invidiare a maestri del metal nordico come i Cult Of Luna, o all'hardcore americano dei Pianos Become The Teeth. Il loro Portraits mi ha positivamente stupito. Un disco senza riempitivi, senza quel tecnicismo che stroppia. Un disco vero e sincero, urgente, da ascoltare a ripetizione e da diffondere a più persone possibili.
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