Band straordinaria come poche altre, con un frontman dalla voce strepitosamente evocativa di sciacqui di gin cattivo, tabacco amaro, ossessioni, desideri come Roger Chapman, i Family raggiungono l'apice con questo lavoro del 1971, confermandosi complesso anticipatore e personale e toccando lo zenith della maturità artistica.

Entrato John "prezzemolo" Wetton (dai King Crimson ai Wishbone Ash… li ha fatti tutti) i Family guadagnano un solido bassista e un'ottima seconda voce e possono realizzare questo magnifico disco, denso di colori e ricco nelle strutture.

Le composizioni poggiano sempre su una solida matrice blues/r'n'r, per quanto riguarda il suono ma senza che prenda il sopravvento come nei dischi seguenti, "Bandstand" e "It's only a movie" (album fallimentare e loro canto funebre). I problemi presenti su "Anyway", l'album precedente, che era prova tangibile di una crisi assoluta sono cancellati con un colpo di spugna.

L'ascolto si apre con la ballata marina "Between blue and me": mappe geografiche che segnano amorose distanze, emozioni contrastanti (Waves of emotion, sea of joy/Times of sadness and one small boy). Segue la straordinaria, brechtian-bukowskiana "Sat'dy barfly", una delle vette dell'arte camaleontica di Chapman. Storie da bar, incontri casuali, bisogni di carezze e orgoglio dei perdenti (We're drunk as hell but we're feeling fine/If we leave now then we'll just have time/Where we goin' Louise, your place or mine?). La gola di Chappo gorgoglia come una teiera in bollitura piena di chiodi e bulloni.

E' sorprendente come la stessa voce si trasformi in fanciullesca malinconia nel veloce bozzetto di "Larf and sing"; la voce di un vecchietto che gioisce e ritorna giovane quando, nei tempi che gli restano da vivere si sente nuovo nell'amore con la sua donna di sempre e perciò è il caso di "ridere e cantare". Ma ora il capolavoro del disco e, forse dell'intera opera dei Family: la barocca, rovente "Spanish tide": alla fine di tutto, al termine delle nostre domande ci sono solo stelle che stanno bruciando. E il nulla. Il testo è breve e toccante, ricco di immagini argute ("Then, quietly the room folds into two/As mirror and window hold the view/Bright on all sides, holding the eye/Leaving, you stand on Spanish Tide").

Appare la voce quasi rauca e afona di Wetton a cantare la prima strofa della parte centrale della canzone, che si apriva con un ironico intro flamenco. I due vocalist duettano poi su una base funk per lasciare il posto al piano elettrico di Poli Palmer (che per tutto l'album svolge un ruolo fondamentale). Segue il funk di "Take your partners" e i Family si riavvicinano per un attimo alle atmosfere di "Family enterteinment", loro secondo disco. Altra faccia è mostrata nelle tenerezze di "Children": Chappo miagola una ninna nanna, vero camaleonte dell'ugola; lui e Charlie Whitney pregano letteralmente la gioventu' di aprire loro gli occhi. Forse il brano meno interessante del disco, sostanzialmente una ballata folk/country per un lavoro che invece anticipa molte soluzioni del rock a venire.

"Crinkly green", uno strumentale in 12/8 è uno spotlight per Poli Palmer; questi fa scampanare il suo piano elettrico (Wurlitzer?) sopra un'architettura articolata di fuga. "Blind boy" è un altro momento dall'impronta folk; con tono strozzato Chapman racconta ad un cieco e ad un sordo cosa è meglio non vedere ("people in pain", "sound of a city near civil war"). Un brano solido che a primo ascolto potrebbe sfuggire, anche perchè seguito dall'ipnotico salmodiare della splendida "Burning bridges" l'altro vertice del disco, dove sono i cori sacri ad invocare "God's Hoy Fire" e a far partire i blues (Over and over my blues start to roll/Bypass my body head straight for my soul).

Pur restando legati alla forma canzone i Family con questo capolavoro ne incrinano la struttura dall'interno. Le loro esigenze espressive prevedono il futuro progressive sia per le sonorità che per il desiderio di complessità delle forme e dei contenuti.

Un album splendido per una delle band piu' sottostimate di sempre.

…e con la magnifica maschera di Roger Chapman

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