Un anonimo (in tutti i sensi): “Conte, scusa, a te piace Fantastic Negrito?”

Il Conte (perplesso e già irritato): “Chi??!! Che cazzate spari?!”

L’anonimo (balbettante ma, comunque, sicuro della dritta): “Pensavo lo conoscessi, è in gamba ha fatto un paio di album che, secondo me, ti potrebbero piacere”.

Il Conte (scocciato ma possibilista): “Prendo atto ma se fa cagare, come penso... lasciamo perdere va”.... (che sclerotico che sono, ma sorridendo e con la faccia da schiaffi che ho non si capisce mai quando scherzo e quando invece potrebbero diventare cazzi amari).



Qual’è il problema?! Su DeBaser sanno tutto, vado e mi informo.

Su DeBaser non c’è nulla, delusione; altra indicazione che orienta il tutto verso una colossale cagata.

Ma poi quel nome ridicolo da giovane rapper o trapper che si inventa un nomignolo per sparare le sue cazzate in modo facciano maggiore presa che senso ha?! Una cagata, ne sono quasi sicuro.

Google! Li almeno vedo chi è.

Prima sorpresa! È un vecchio come me! E l’album è stato disco Blues del 2016!
Arrivano buone nuove quindi. Vado ad informarmi.

Sembra che questo tizio, nativo del Massachussets ma cresciuto ad Oakland, abbia avuto una vita pazzesca. D’altronde se a cinquant’anni risulti un neofita qualcosa di strano ti deve essere successo.

Scappa di casa a 12 anni e vive in strada suonando la chitarra, spacciando crack, trafficando con le gang locali tra risse e sparatorie. Viene notato e preso “in gestione” dai manager di Prince. È considerato un ragazzo dalle enormi potenzialità, va in tour con gente come Fugees, De La Sol, Arrested Development. Incide un album, in cui tutti racchiudono tante speranze, ma che si rivela commercialmente un flop.

Il contraccolpo psicologico su Xavier Dphrepaullez (suo vero nome) è grande e un incidente (quasi) mortale è la mazzata definitiva alla sua voglia di continuare a suonare.

Si ritira in campagna a coltivare marijuana (altra sua passione) che distribuisce legalmente in California, poi organizza party illegali a Los Angeles per gente ricca e famosa. Per il romanzo perfetto manca l'arresto e poi la nascita di un figlio che gli faccia tornare la voglia di raccontare, di scrivere musica. Detto e fatto, romanzo riuscito magistralmente.

Xavier - X(J)avier mi piace un casino, mi ricorda il nobilissimo Capitano - sceglie ancora la strada.

“Avevo scritto queste nuove canzoni e ho pensato che testarle in strada fosse il modo migliore per avere un’opinione autentica e sincera sui brani. se riesci ad attirare l’attenzione di persone che tornano a casa dal lavoro e non hanno alcuna intenzione di ascoltarti ... beh allora è fatta!” Non male.

Gran bella storia, genuina. Fin troppo. Faccio fatica a credere che sia tutto così maledettamente e perfettamente blues. Ma io non faccio testo, non mi fido più di nessuno. Mettiamo sia vera a metà e va bene uguale.

Quello di cui sono convinto e che questo album sia splendido.

Sono cresciuto con l’hip-hop. Ho scoperto il Blues e le mie radici nere solo di recente: è un genere che mi ha sempre accompagnato, l’ho ascoltato distrattamente per tutta la vita, ma non mi era ancora successo di entrare in connessione con lui... Quel suono originario del delta del Mississippi, quella passione che ci mettevano Skip James e Robert Johnson, finalmente sono penetrati in me e ho capito di avere trovato qualcosa a cui mi sento davvero legato.... “

E bravo il “mio” Negrito, io ci convivo da trenta e passa con i Demoni del Blues, ora sei fritto.

Non lasciatevi però ingannare, siamo molto lontani da un classico album di Blues alla Bloomfield o alla Ray Vaughan.

Qui il Blues è nell’aria più che nel suono. Un album da strada, atmosfera Blues e Hip Hop.Tanta Black Music tutta insieme che è un piacere per l’anima. Come se James Brown, la Betty e i Funkadelic, BB King, Sister Rosetta ed il sig. Marshall avessero deciso di suonare congiuntamente per il bene di tutti.

E quindi tanto Rhythm and Blues, tanto Soul, lamenti Gospel e ritmi Tribali, Funky e Rock’n’Roll che si miscelano in un unico pazzesco groove con sonorità “moderne”.

Questo il pregio più grande. È vecchio ma non è per nulla “vecchio”.

Tutte veramente belle le canzoni, cominci ad ascoltarlo e vai a manetta, anche perché il disco è un crescendo.


Rhythm and Blues acido e tanta negritudine nelle stupende “Scary Woman” e “The Niggar Song” ed il Funky Rock’n’Roll di “Hump Through The Winter” (sentite quanto assomiglia a d una versione nera di “Black Dog” del mio Dirigibile”) che ti agitano, mentre il soul ed il gospel miscelati con Hendrix ti stendono con “Lost In The Crowd”, “The Worst” e “Rant Rushmore”. La finale “Nothing Without You” è talmente bella che potrebbe essere stata la più bella canzone scritta da Prince.

E io non scherzo, ascoltate poi mi dite... anche perché le poche che ho dimenticato è solo perché non ricordo il titolo è non ho voglia di andarlo a rileggere.

Si scaglia contro il capitalismo, l’avidità e lo sfruttamento della società odierna e afferma che “I soldi e il potere sono le radici di tutto il male”..... mmmmhhhh mica mi ascolterà da decenni questo Negrito?!...

Vado dall’Anonimo e chiedo cosa sa di lui. Mi dice che il nuovo album appena uscito è bello come questo o forse di più e che l’ha conosciuto due anni fa quando è andato a vedere Chris Cornell e lui apriva i concerti.


Eh Chris, grande e sensibile anima rocker...


Mi racconta, non si ferma più Marco. Marco non è più l’anonimo, anzi non lo è mai stato... era solo timido e io dovrei smetterla di essere ancora così impulsivo nei (pre) giudizi solo perché non credo più in nulla e solo perché la maggior parte delle volte ci becco ( in negativo purtroppo). Ci sono comunque ancora nobili persone, pochissime, ma ci sono.

Grazie Marco.


Buona nobili, fatevi questa perla e ora mi ascolto il nuovo.

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