Fantômas
Delìrium Còrdia

Mike Patton... ah, che personaggio eh? Cos'è, un genio? Forse. Un pazzo? Quasi sicuramente si.
Già ci aveva dato una tangibile prova della sua instabilità mentale con i Faith No More, praticamente un'istituzione del rock alternativo mondiale, e con cosa se ne esce fuori nel 1998? Ve lo dico io con cosa, con un progetto avantgarde metal, denominato Fantomas, che riesce a risultare atipico in un genere, quello dell'avantgarde, che fa dell'atipicità la sua base. Certo con la definizione di avantgarde metal non aspettatevi di trovarvi davanti qualche cosa che possa anche solo lontanamente ricordare band come Arcturus o Maudlin Of The Well, qui parlerei più che altro di un incontro tra gli Ulver più elettronici e qualche cosa di indefinito.

Ma torniamo all'oggetto della recensione, una album datato 2004 che risponde al nome di "Delirium Còrdia", un disco composto di una sola canzone della durata di oltre un'ora (74 minuti e 17 secondi per essere precisi), che di musicale ha ben poco, mi spiego: nell'impeto di creare qualche cosa che fosse originale e che si distaccasse dal concetto generale di musica, il buon Mike si è scordato che un album ha bisogno di un filo conduttore, di qualche cosa che ci faccia capire che siamo di fronte ad un prodotto musicale, qui invece ci si ritrova di fronte ad un'accozzaglia di suoni messi li a casaccio, in maniera confusionaria, senza un minimo di criterio, nel quale sguazzano di tanto in tanto delle voci (donna nel bel mezzo di un amplesso, cori gotici) e attimi nel quale fanno la loro comparsa i classici strumenti, soffocati poi dalla base elettronica. Beh, che altro dire, se non che la chiusura della track viene affidata a 17 interminabili minuti di silenzio, spezzati a intervalli regolari da un ticchettio di sottofondo.

Questo "Delirium Còrdia" non lo definirei neanche un album musicale, più che altro lo descriverei come sfizio (fastidioso per altro) che questo capriccioso "genio" si è voluto togliere, ma fattelo dire con tutto il cuore mr. Patton, nessuno ne sentiva il bisogno.