Avevo giurato di non scrivere più alcuna recensione per DeBaser. L'avevo giurato e me lo ero imposto nonostante avessi, nel mio modesto curriculum di cd e vinili, qualche bel disco del quale parlare.
Ma se in Italia Pannella si mette con Storace e se Pippo Baudo (anni fa) è passato a Mediaset, beh, perdonatemi tanto, ma la mia può essere considerata come una forma leggera e sicuramente trascurabile di "incoerenza". Complice l'arrivo dei vari utenti fissati con gruppi storici ed elefantiaci, non potevo certo lasciare che tale album cadesse nell'oblio.
Voglio in questa sede parlarvi dei Fasten Belt, una splendida creatura musicale from Roma. Il gruppo è stato sciolto due anni orsono a causa della morte, passata in sordina, del loro vocalist Claudio Caleno. Ma la loro carica e la loro freschezza rimangono intatte.
Il disco in questione è stato prodotto nel 1989 dai nostri , tramite la defunta etichetta High Rise. Un concentrato di punk rock "stoogista", qualche accenno al '77 e molto post-punk (talvolta avvolto da tinte darkeggianti). Fidatevi: non troverete nulla dei Fasten Belt sui vari programmi di download. In questo caso è d'obbligo comprare una copia del disco. Che la fortuna vi assista perché, ahinoi, le opere pubblicate dai Fasten non sono facilmente reperibili in commercio!
Ma parliamo ora delle tracce contenute in "No Escape From Acid Hysteria". "Kill The President" è, senza ombra di dubbio, il brano simbolo del disco e uno dei cavalli di battaglia dell'ormai disciolta formazione capitolina. Rock 'n' roll energico e sicuramente punk nelle intenzioni. Il regicidio odierno, ironico s'intende!, punta sul capo dell'esecutivo o della repubblica.
"Exciting" fa sempre parte di quella manciata di brani tirati e dal suono tanto debitore nei confronti dell'Iguana. Introduce un urlo disperato e segue una voce scazzata, annoiata e fuligginosa.
"A Ray of Hope" è più lenta e forse riflessiva. Un brano claudicante inizialmente accompagnato da un riff sinistro che, lentamente, esplode in un contagioso rock 'n' roll. La perla del disco, tuttavia, è per me rappresentata da "Beyond The Door". Un po' orientaleggiante e un po' darkwave. Sembra uscita dal cappello di Siouxsie o una versione meno deprimente di quanto facevano i Christian Death verso l'inizio della loro carriera. Certamente da sentire.
Seguiranno altri due LP in lingua albionica e la pubblicazione di un disco in lingua italiana, ecco un link di un loro famoso video, che si beccherà l'accusa di rappresentare la via "punk a Ligabue".
Altro da dichiarare? Due cose.
La prima è che i Fasten Belt, nonostante la loro bravura, non hanno mai deciso da che "parte" stare. Certamente inseriti nella corrente punk 'n' roll hanno però flirtato un po' troppo col dark, con la psichedelia e perfino con il grunge.
La seconda è che, nonostante questa trascurabile pecca, i nostri sono stati allegramente snobbati da stampa e pubblico (un po' come successo, per esempio, con i darkettoni MonumentuM o con i grungers Movida) e questo, scusate tanto, mi fa decisamente incazzare. Un solo ed ultimo invito: cercateli!
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