Tornare a scrivere recensioni non è cosa facile. Latita la voglia di gettare fiumi di parole per descrivere nei dettagli opere che, magari, qualcuno ha già recensito in maniera egregia. Però capita sempre qualcosa di strano nella vita.
Capita che un giorno dell'ormai prestorico 1996 vedi su VideoMusic il clip di una band romana impegnata a suonare un rock incazzato e pessimista. Ti segni nome e titolo ma, avendo tredici anni, non disponi delle ventimilalire necessarie per comprare il CD di questi tuoi connazionali armati di strumenti e passione. Mamma e papà dicono che i dindini servono per cose serie, non certo per i dischi. Il tempo passa e l'album in questione sparisce dai negozi. Con l'avvento di internet scopri pure che è "fuori catalogo"! Allora, disperato, tenti di rivolgerti ai programmi di P2P. Ma anche in questo caso...nada de nada!
Per farla breve: l'altro giorno sono quasi scoppiato in lacrime! Il motivo? Credeteci o no, ma dopo vent'anni, ho potuto ascoltare per intero "Vivi Il Tuo Tempo" dei romani Fasten Belt.
Band nata verso la fine degli anni '80 e fautrice di un rock 'n' roll stoogista con qualche venatura "dark" e perfino pop. Per meglio comprenderli, date un ascolto a quel capolavoro che prende il nome di "No Escape From Acid Hysteria". Una perla tricolore ignorata dai più. Dovrebbe esserci una recensione su questo sito (potrei averla scritta io, ma poco importa).
Ma torniamo a noi. E' così bello "Vivi il tuo Tempo"? Nì.
Le prime quattro tracce sono dei gioielli. Punk 'n' roll con un pizzico di melodia e , novità per i nostri, testi in lingua italiana. Energia e melodia si amalgano alla perfezione. Un po' come se i Litfiba avessero incontrato i Kina. Testi semplici ma mai banali. Testi che denotano la sensibilità umana dei musicisti in questione. Segnalo l'energica "Senza Pelle", la melodica "Yeah, Yeah, Yeah" e la cupa "Il Volo". Anche "Brucia" dimostra un intenso vigore, tanto nei riff quanto nelle invettive contro il mondo massmediatico.
Arrivano, però, i punti deboli dell'album. "Nel Vento", "Il Tuo Tempo" e "Porte Chiuse" si dimostrano, nei fatti, piuttosto anonime.
"Venom Stomp" dura davvero poco (un minuto e cinquanta secondi) e non lascia alcun segno.
Leggermente meglio sono "E Non Lo sai" ma, soprattutto, "Diverso". Brano dotato di un piglio sinistro e cazzuto.
Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più, tenendo anche conto della ventennale attesa. Però , come già scritto, le prime quattro canzoni sono delle gustosissime cavalcate elettriche che, a mio modesto parere, valgono la pena di essere ascoltate con interesse ed entusiasmo. Magari scuotendo la testa o saltellando qua e la' per la vostra stanza.
Concludo dedicando questa recensione a Claudio Caleno. Cantante e frontman dei Fasten Belt, tristemente deceduto nel 2014.
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