I Fates Warning confermano la loro propensione allo sperimentalismo con "Disconnected", disco che unisce la potente carica metal tipica del loro stile a pregevoli sperimentazioni elettroniche che ormai sono diventate alla base del loro sound.

Se il precedente "A Pleasant Shade Of Grey" aveva veramente messo in luce il massimo del loro potenziale espressivo, quest'album ha strutture più immediate e meno pretenziose ma comunque in grado di colpire l'ascoltatore con melodie piuttosto particolari. Forse delude un po' sotto l'aspetto solistico e virtuosistico, ben marcato invece nel precedente album, ma l'album comunque merita.

A introdurre ci pensa "Disconnected Part. I": 1 minuto e 16 secondi di tastiere che si chiudono con la frase "You are... disconnected". Ed ecco subito la potente "One" caratterizzata da forti schitarrate con veloci cambi di posizione e ritmo piuttosto irregolare nonché da riff di tastiera che spezzano il suono delle chitarre durante le strofe. "So", invece, grazie alla sua maggior lunghezza riesce ad evidenziare meglio la vena progressive della band grazie a delicati arpeggi di chitarra che si alternano a parti più forti e riff di tastiera fra una strofa e l'altra. "Pieces Of Me" è un'altra traccia veloce e scatenata simile a "One" per velocità e tempi ma ancora più di stampo industrial: da notare i suoni elettronici che intervengono durante le strofe. Ma il meglio dell'album è costituito dalle ultime tre tracce. Prima "Something From Nothing" che è decisamente una canzone dai due volti: primi 4 minuti e mezzo caratterizzati da arpeggi di chitarra, delicate note con la tastiera e possenti sperimentazioni elettroniche nonché strani fruscii ed effetti sonori, i restanti minuti sono caratterizzati da potenti riff di chitarra interrotti dalle tastiere nel ritornello. Ma il brano che merita la palma di migliore di categoria è "Still Remains" dove appare un certo Kevin Moore alle tastiere, e bisogna dire che la sua presenza dà veramente peso! Sono pronto a scommettere che in molti, dopo aver sentito questa canzone, rimarranno in parte delusi dalle precedenti; in 16 minuti possiamo sentire tutto ciò che forse è venuto a mancare nelle precedenti tracce: struttura del brano molto irregolare e meno schematica, veri e propri assoli di chitarra a tastiera nonché veloci e complesse scale di note di chiaro stampo dreamtheateriano senza però escludere lo sperimentalismo. E chiudiamo in bellezza con la melodica e ricercata "Disconnected Part II", di cui abbiamo già gustato un anticipo: 6 minuti che sono una vetrina per le tastiere, che creano toccanti atmosfere, suoni elettronici e deliziosi giri armonici che seppur troppo ripetitivi e continui sono comunque in grado di commuoverci ed emozionarci.

Chissà che capolavoro sarebbe stato se la maggior parte delle canzoni fosse stata come "Still Remains"; magari il voto non sarà 5 ma lasciamo perdere e godiamoci l'album così com'è.

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