"Parallels" (1991), è secondo me, il migior punto d'inizio per iniziare ad ascoltare i Fates Warning specialmente per chi non li ha mai sentiti nominare. Anche se amo molto il periodo con John Arch alla voce, credo che Parallels marchi perfettamente la transizione che c'è tra il loro vecchio modo di comporre la musica e la nuova fase prog densa di atmosferica sperimentazione.

Questo lavoro vede per la prima volta il chitarrista Jim Matheos concentrare la sua attenzione e le sue energie verso tracce più concise e melodie meglio sviluppate non per questo impoverendone la struttura, anzi. Diversamente dai precedenti lavori della band, qui è appunto Matheos a scrivere interamente tutte le canzoni che compongono il disco; la differenza è notevole... finalmente esse risultano meglio definite e meno approssimative.

Il cantante Ray Alder è finalmente a suo agio con il resto del gruppo e dimostra notevole confidenza nell'adagiare la sua splendida voce tra gli arpeggi di Matheos e il drumming sincopato di Mark Zonder. Finalmente Alder smette di cercare di essere un clone di Arch per tentare di piacere a quella frangia così intransigente di fans dei Warning e che è ancora innamorata del precedente cantante; finalmente tira fuori la sua vera personalità cercando di percorrere strade a lui più consone. Prima vi ho parlato di Zonder; ebbene lui è un membro relativamente giovane dei Warning... è infatti al suo secondo disco dopo "Perfect Symmetry" del 1989. Anche lui in questo nuovo disco dei Warning risulta maggiormente libero di far emergere la sua classe dietro le pelli; e la classe appunto non è acqua... lode a Zonder e alla sua grandissima abilità nei ritmi dispari e nella creazione di pattern davvero gustosi. Prendono parte alla registrazione di 'Parallels' anche il secondo chitarrista Frank Aresti e il bassista John DiBiase, tuttavia il loro impatto sul disco è meno forte rispetto ai precedenti lavori... questo si spiega probabilmente con la loro dipartita dalla fase di songwriting del disco.

'Parallels' segna anche il matrimonio tra la band ed il pluripremiato produttore Terry Brown che molto aveva impressionato nei lavori con i Rush. Finalmente un album dei Fates Warning che risulta completo in ogni suo aspetto, stavolta anche sotto l'aspetto produttivo. Il mixaggio è uno dei migliori mai realizzati nel 1991, e ciò permette al disco di suonare in maniera molto fresca ed innovativa. Gli arrangiamenti di Matheos crescono in complessità e articolazione e la voce di Alder è sicuramente più curata e meglio delineata. Ecco spiegato il perchè i Warning abbiano così caldamente voluto Brown come loro produttore per questo loro disco... e tale scelta ha indubbiamente portato i frutti sperati. Il songwriting risulta molto melodico, ma non banale ne commerciale... difatti non mancano le parti fatte di riffs di chitarra decisamente heavy, come non mancano le parti segnate dai fluttuanti tempi e dalla gustosa poliritmia della batteria di Zonder. Jim Matheos e Frank Aresti hanno il merito di suonare il mio solo di chitarra preferito nella opener del disco "Leave The Past Behind". Trattasi si un assolo melodico che si costruisce lentamente sotto un tappeto musicale segnato da una oscura chitarra acustica e che si trasforma in un assalto melodico di stampo metal con fluidi arpeggi. Il basso di DiBiase si fonde perfettamente con la batteria di Zonder completando la struttura della canzone.

La seconda traccia, "Life In Still Water", risulta eccezionale fin dalla sua intro grazie a dei riff splendidi e al drumming eccezionale di Zonder. Proprio Zonder ha il merito di riuscire ad aggiungere meravigliosi fills in ritmi sincopati mentre Alder aggrazia la canzone con una voce dura e di notevole impatto. Degna di nota l'apparizione del futuro cantante dei Dream Theater, James LaBrie che qui si occupa dei cori cantando nelle strofe con toni contrastanti ma che allo stesso tempo dimostrano una notevole capacità di fraseggio con Alder.

Nonostante io non lo consideri tale, 'Parallels' viene considerato come il disco più commerciale dei Warning; tuttavia è curioso notare come in genere tali lavori non resistono alla prova del tempo e con il passare degli anni cadano nel dimenticatoio. Bene 'Parallels' sfugge a tutto ciò... e per me è sempre una grande gioia quando mi capita di leggere le scalette dei concerti dei Warning e noto che la band tuttora continui a suonare gran parte dei pezzi di questo lavoro. Altro motivo di grande gioia mi viene dalla tracklist del "Live in Athens" (DvD del 2005) che contiene ben 3 pezzi di questo Parallels ("Life In Still Water", "The Eleventh Hour" e "Point Of View"). Fosserò così eterni tutti i dischi bollati come "commerciali" dalla critica...

Continuando nella mia recensione, non posso fare a meno di segnalare "Eye To Eye" e appunto "Point Of View"... entrambe sono caratterizzate da melodie molto catchy, così come molto catchy è il cantato di Alder. Tuttavia, lo ripeto, sono ben lontane dall'essere una qualunque hit commerciale e lo dimostra il doppio solo di chitarra della premiata ditta Matheos / Aresti che sicuramente le tiene distanti anni luce dall'esser considerate hit commerciali del 1991 o di qualunque altro anno. "We Only Say Goodbye" è una ballata power che ha il merito di toccare il nostro cuore e che tutt'ora risulta molto richiesta in sede live. L'album ha ovviamente i suoi momenti progressive... prendete l'epica "The Eleventh Hour" ad esempio. Essa è il pezzo centrale di 'Parallels'; un inizio molto pacato fatto di una dolcissima ed effettata chitarra acustica accompagnata da profonde linee vocali che erutta verso metà canzone in un "assalto prog-metal" con partiture dinamiche e ritmi dispari. Il melodico riff introdotto all'inizio conduce ad un temendo esempio di virtuosismo chitarristico. Si tratta senza dubbio di un altro dei pezzi forti dei live (e dell'intera discografia) dei Fates Warning .

Tutte le band che suonano metal melodico con spruzzi di prog (e viceversa) dovrebbero conoscere questo disco ed amarlo nel profondo. E' da qui che tutto ha avuto inizio. E' da qui che la gente non ha più ignorato il fatto che un album potesse essere progressive, melodico e metal allo stesso tempo. Come sopra ho scritto, 'Parallels' è un ottimo album per chi vuole iniziare ad avvicinarsi ai Fates Warning... di certo non rappresenta tutta la versatilità della band e quanto essa ha realizzato precedentemente; ma è senza dubbio meglio iniziare da qui che da "Disconnected" (2000) o "The Spectre Within" (1985) che sono senza dubbio album maggiormente complessi e che ai primi ascolti risultano quantomeno ostici se non senza senso. Un'altra raccomandazione, se vi è piaciuto questo 'Parallels' sicuramente vi piacerà anche "Inside Out" (1994); se invece siete alla ricerca di qualcosa di più heavy tutto quello che dovrete fare è scorrere indietro la discografia dei Warning e ascoltare 'Perfect Symmetry'... esso vi darà senza dubbio modo di apprezzare la crescita e la metamorfosi della band. Dopodichè potrete concentrarvi sulle loro produzioni dei primi anni 80, e infine giungere ai due sommi (e ostici) capolavori: "A Pleasant Shade Of Gray" (1997) e "Disconnected".

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