Quattro i brani orchestrali presenti in questo cd. Parecchi i motivi di interesse. Vediamo, in rapida rassegna, alcune delle idee che si rintracciano in questi pezzi:
"EnTrance" (1995): una soprano è dotata di due microfoni, uno a sinistra del viso per l'inspirazione, l'altro a destra per l'espirazione. Intona un testo di 15 sillabe tratto dal Libro tibetano dei morti e determina con i suoi comportamenti vocali i comportamenti strumentali dell'ensemble di 16 musicisti. Un rituale musicale per favorire l'ingresso in uno stato di trance.
"The Nameless City" (1997), stesso titolo di un racconto di H.P. Lovecraft. Emulazione dell'effetto Doppler (quello della sirena di un'ambulanza che si avvicina e poi si allontana) tramite un ensemble di 15 archi divisi in tre gruppi distanziati: quelli ai lati sono accordati un sesto di tono sopra e sotto il gruppo al centro.
"Flowing down too slow" (2001): qui Romitelli usa tecniche di campionamento, distorsione, interferenza e mixaggio «adottate da artisti digitali come Aphex Twin, Dj Spooky e Scanner». Due gruppi strumentali (un quartetto d'archi + campionatore) stanno ai lati del palcoscenico; al centro, percussioni e contrabbasso. Il gruppo centrale «propone un oggetto sonoro che gli ensemble contrapposti leggono, analizzano, distorcono progressivamente e mixano con nuovi oggetti a loro volta immessi in un loop destinato a una deriva catastrofica».
Così parlava Fausto Romitelli, un compositore che ha inoculato nel corpo della musica "colta" dosi massicce di elementi provenienti dai territori sconsacrati della techno e del rock. Uno che aveva capito molte cose e che ci ha lasciato troppo presto: scomparso per una grave malattia nel 2004, a 41 anni.
Per i tre brani descritti sopra, il solo ascolto su cd non basta ad accorgersi di tutte le sottigliezze compositive: a un passaggio superficiale, sembrano pezzi piuttosto convenzionali. Cosa che invece non si può dire per il brano di apertura del cd, "Dead City Radio. Audiodrome" del 2003. Qui frammenti tonali all'inizio, che richiamano addirittura Strauss, ben presto si scontrano in pannelli sonori in violenta contrapposizione.
Interferenze e distorsioni attraversano il brano, grazie anche alla presenza della chitarra elettrica distorta che dopo tre minuti fa irruzione con la sua carica dirompente. Segnali radio da una città morta, contaminazione, saturazione sonora: come i colori saturi nell'immagine di copertina. Verso la fine del pezzo, alla chitarra elettrica viene tolto il jack, che è toccato con le dita in modo da provocare disturbo. Il suono tradizionale dell'orchestra e quello extracolto derivato dal rock danno così vita a un'insolita forma di ibridazione e ci introducono nel mondo sonoro di questo affascinante compositore.
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