Ogni fuoco, ogni fuoco che accendo...
È un lavoro, sottovalutato, intriso di atmosfere post punk e molto visionarie a tratti estreme.
"Lost and Found" è un live o uno pseudo-live o ancora una raccolta di rarità o demo track, come qui sfortunatamente vengono chiamate; qualunque cosa sia, questo prodotto uscì nel 1996 in concomitanza con alcune ristampe e dopo il successo underground di "L'erba". Prodotto che sarebbe dovuto uscire nel lontano 1983 ma non vide luce per problemi di casa discografica, ricordiamo le follie del nostro Faust'O alle prese con "Out Now" o ancora con "Faust'O". Fatto sta che queste tracce sono davvero strane.
Sembrano poche le persone che assistono a questo concerto da quello che si sente alla fine delle canzoni.
Dopo la stupenda versione di "Ultimi Fuochi", "Jeraldine" fa capire che di talento alternativo utilizzato nei capolavori in studio ce n'era eccome anche nei concerti.
Gusto decadente, imperniato di sax, giri di basso da brivido, ritmi veloci.
Le altre tracce non hanno un nome, e non si capisce il perché vista la loro bellezza: "Demo track 3" prima e "Demotrack 4" dopo mettono in luce brani inediti, molto distorti e a tratti sperimentali. La successiva "Demotrack 5" appare più contenuta ed elegante grazie all'uso del piano fender di Fausto. "E poi non voltarti mai", di chiaro stampo rock e inoltre cantata in inglese è la seguente traccia, più incisiva e rumorosa della versione in studio. Altro apice del disco.
Più soft "Demotrack 7", disperata e urlata, quasi un Faust'O anticipatore delle linee vocali di Robert Smith (non me ne vogliano i fan dei Cure). Più vicina ad un Lou Reed più metropolitano è la frenetica "Demotrack 8", e ad un Bowie post moderno e allucinato "Demotrack 9". Non avendo la disponibilità dei testi ed informazioni più dettagliate, il paragone (mal sopportato) sembra quindi lo strumento più adatto per la descrizione di questo disco.
Sembra chiuso e isolato in una stanza buia e con una lampadina a tratti fulminata, ma poetico nel suo dolore, Faust'O in "Demotrack 10", e quel sax che vorresti sbatterlo al muro per tutto quel dolore che ti trasmette. Ma è "Alien", ancora ripresa dal capolavoro "Faust'O", ad essere il brano che ti segnerà per i suoi 4 minuti e 59; piano e voce, l'artista solo con se stesso, forse un pubblico di fronte, ma che importa; il piano, strumento d'espressione dei suoi tormenti lo accompagna.
Fausto straziante e straziato alieno, quasi sanguinante... di sicuro vi segnerà nel bene e nel male.
Buon ascolto.
Ps: grazie al solito e sempre pronto Iside per info e curiosità.
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