“ORA CHE HO VISTO VENT’ANNI PASSARE,
SCRITTO CANZONI
PERSO IL MIO NOME
GLI OCCHI LA BOCCA
LA MIA VERA VOCE.”
Se uno decide di fare il cantante tre sono le cose che mette in conto fin dall’inizio. Sarò METEORA? INCOMPRESO? STAR? (schiavo dei media per almeno 5 anni). Già al suo secondo lavoro Faust’ o cerca di smarcarsi dalla logica strofa e ritornello e praticamente decide che lui, con i suoi modi di fare e di dire non sarà mai una star e tanto meno meteora.
Questo breve Lp di solo 8 (otto) canzoni meno di 40 minuti testi amari e ripetuti in modo ossessivo, musiche sincopate e pezzi da FMROCK. Alberto Radius chitarrista e arrangiatore cerca ancora una volta di dare una chiave leggera al prodotto ma, in questo caso Faust’ o non ci stà e lascia solo un brano agli arrangiamenti del noto chitarrista ex Formula Tre, Cosa Rimane e Oh! Oh! Oh! verranno arrangiate in coppia. Fra l’altro Oh! Oh! Oh! verrà presentata al Festival Bar mentre Vincent Price in fondo verrà pure trasmessa dalle radio ma si tratta appunto di brani costruiti per essere venduti. Oh! Oh! Oh! Una quasi bossanova elettronica, dove fra percussioni (Tullio de Piscopo) e tastiere si svolge l’eterno triangolo, io, te, un'altra/o ma forse l’altro verrà rivelato l’anno successivo nella splendida Non Mi Pettino Mai (white cocaine is very cheap).
Kleenex dalla voce sussurrata e costantemente tenuta sotto al suono della cassa è volutamente percussiva ed ossessiva, il testo all’apparenza bislacco è un duro atto d’accusa rivolto a tutti quelli che fingono e si credono eterni anche qui però le chiavi di lettura possono essere molteplici CHI? COSA? QUANDO? Che schifo la “La lingua sul Tampax”, scrivere certe frasi è essere consapevoli di non poter aver mai un passaggio TV ma davvero questo lo cercava Faust’ o? L’ho detto all’inizio con questo lavoro, con buona pace di Caterina Caselli (sua produttrice), il nostro si chiama fuori da ogni logica di mercato. Il plagio di cui pochi si sono accorti in Il Lungo Addio (Hiroshima mon Amour degli Ultravox) da modo al nostro di fare un brano violento, una canzone d’amore al contrario (questo l’ho letto da qualche parte) volutamente ossessiva nel suo non decidere mai (vorrei andarmene, vorrei dirvi, voglio dirti, vorrei dirti) e non riuscire mai realmente ad andare via, io preferisco come è cantata da Faust’ o rispetto agli Ultravox (un po’ anche Enola Gay dei O.M.D. prese da quel brano).
Vincent Price col testo di O. Avogadro è il classico testo costruito sul personaggio che si aveva intenzione di imporre, ricco di mostri e storture mentali, fino a trovare il mostro che è in tutti noi. A questo proposito in Mostri, di 18 anni dopo, il nostro Faust’ o riuscirà a fare di meglio, comunque questo brano è il terzo che Avogadro scriverà per Faust’ o; godi e Innocenza erano sull’album precedente. Il lato B si apre con un pezzo subliminale In Tua Assenza dove ripetutamente siamo portati nella stanza vuota a spaccare i vetri di Bowieana memoria. Rimaniamo così attoniti quando Walter Calloni comincia la parte di batteria in Funerale a Praga, per poi essere sommerso da un violoncello e un tappeto di sintetizzatori che ci lasciano per sette minuti senza fiato ad aspettare il maledetto carro un po irritati e stanchi.
Gli Attori Malinconici del brano omonimo siamo in fondo tutti noi che non troviamo mai uno spazio o una ragione per proseguire la nostra esistenza e Faust’ o continua a dircelo in faccia in ogni solco di questo disco che non a caso si intitola "POCO ZUCCHERO".
“ora che ho visto 20 anni bruciare, giorno per giorno quasi immortale. Sento il mio corpo, la mente ben fatta, niente confini, niente illusioni.” Gli inserti “Ora Che Ho Visto” estratti dall’album "EXIT" di Fausto Rossi.
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