Questi non sono normali. Ce ne accorgiamo da ogni particolare, il nome, la copertina dell'album (ma che è?), i titoli dei brani, i testi stralunati, sono fuori di testa questi qui. Uno dei gruppi più strani degli anni 00' (forse). Sono folli e schizofrenici, shockanti, ai propri brani danno titoli come "Dog Sized Bird" (E se l'uccello in questione fosse un struzzo come la mettiamo eh?eh?) e "Ten Seconds In Los Angeles" durante l'ascolto dei quali non si può fare altro che guardarsi intorno disorientati. "The Always Open Mouth" è ancora più nevrotico, sperimentale e folle dei due predecessori, si tratta di Post-Hardcore in gran parte, quello autentico, folle, schizofrenico e geniale, con tanti altri generi non ben definiti mescolati insieme fino a dare vita a una miscela alienante, disorientante e bizzara. Avete presente gruppi come Blood Brothers e Bear Vs. Shark, ecco ci troviamo in territori simili ma più sinistri, ignoti e bizzari più migliori insomma.

"The Always Open Mouth" è un disco strano forte, un album che sembrerà strano anche dopo 2176622626 ascolti, probabilmente è questo che lo rende irresistibile, è questa la forza dei Fear Before The March Of Flames, capaci di pubblicare una roba del genere nel 2006 quando il loro genere (no, 'spetta sempre se si possono mettere in un genere) andava sempre più stereotipandosi nelle grinfie dei gruppi e dei fans sbagliati, in mano a gruppi che facevano musica sbagliata al momento sbagliato cercando di classificarla come rispettabile. 

"The Always Open Mouth" è un gioiello raro, ancora avvolto nel mistero, da studiare e capire a fondo per conoscere e preservare la "biodiversità musicale". Avevamo e abbiamo bisogno di gente che si distingue, che non ha timore di affermare la propria unicità e quando abbiamo chiamato i Fear Before The March Of Flames hanno risposto 

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