Andrea Tilenni è un batterista di Fiumefreddo di Sicilia e dopo aver suonato in band Black Catanesi come Sinoath e Tomhet decide di avviare il proprio progetto Fear Of Eternity, che prosegue le solite vecchie orme di Burzum e Mortiis (ovviamente il vecchio).
E proprio dal connubio di Black Metal e elementi tra i più sinfonici e atmosferici possibili nasce una musica che attraversa momenti melodici talmente significativi da mettere pesantemente in secondo piano il Metal, senza però permettergli di scomparire del tutto. L'influenza di Mortiis è molto pesante e le tastiere sono le vere protagoniste, tessendo vivide melodie non attraverso complesse strutture tecniche, ma semplicemente con magistrali intrecci di sovraincisioni. La musica che ne risulta è di facile assimilazione e comprensione, ma anche estremamente penetrante, grazie comunque all'utilizzo di soluzioni vocali sicuramente molto incisive. Lo screaming è gracchiante e spesso effettato, e forse è una delle pecche di questo CD. Le linee di chitarra e basso sono spesso semplici e distorte a zanzara, come i canoni del Black comunque richiedono, ma a volte compaiono brevi assoli, di solito assenti presso i puristi. I riff sono ossessivi ma comunque molto distanti e soffusi, il basso è spesso più presente della chitarra. La sezione ritmica, assurdamente, è molto semplice ed essenziale, ma è comprensibile data la direzione enormemente melodica del progetto. Le tematiche sono lontane dal satanismo, dall'anticristo e dal suicidio, e puntano infatti molto sull'occultismo e sul misticismo.
Il disco uscito nel 2005 vive di momenti totalmente dedicati a voce e tastiera come "Departure", "Melancholy Rain" e la stupenda conclusiva "Illusion Of Purity", puramente ambient. Altre invece sono inconfondibilmente appartenenti al filone Black metal, ma sempre e comunque pesantemente pulito da tastiere sempre e solo protagoniste. E' il caso di "Flying Over The Mountains", "Fear Of Eternity" e "Toward The Castle" che sono tra le canzoni più orecchiabili esistenti nel Black, oltre a vantare una bellezza direttamente proporzionale alla semplicità compositiva. "Crying" è la perla del CD e si esprime attraverso momenti di assoluta tristezza, gelida solitudine e bruciante ricordo. "The Valley Of Sadness" è la canzone più ispirata ai lavori intermedi di Burzum (Hvis Lyset Tar Oss e Filosofem), ma è anche la traccia dove Andrea Tilenni cerca di esprimere doti canore molto più alte ed efficaci nelle intenzioni che nella realtà…
In ogni caso quasi 40 minuti di musica vera fatta in studio senza troppe menate e espressa col cuore più che con i mezzi. Motivo per cui apprezzo moltissimo questo lavoro. Magari la parte vocale la farei fare a qualcun'altro, magari manca compattezza e spessore sotto l'aspetto puramente tecnico, ma preferisco ciecamente chi riesce a dare un filo continuo seppur sottile alla propria arte.
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