Il trio gallese dei Feeder pubblica nel 2001 un nuovo lavoro dal titolo "Echo Park". Seguito di "Yesterday Went Too Soon", primo disco di Grant Nicholas e soci ad entrare direttamente nella top ten U.K., il nuovo album inizia a discostarsi in maniera parziale dal tipico sound espresso dai gallesi sino a quel momento.
Gil Norton, produttore già di Foo Fighters e, soprattutto, Pixies (dei quali i Feeder sono grandissimi fans, non a caso suonano spesso e volentieri dal vivo il grande classico "Where Is My Mind?"), co-produce il disco insieme al gruppo.
L'album è spiazzante già dalle sue battute iniziali: "Standing On The Edge", l'opener, è un pezzo straniante, basato su eteree sonorità elettroniche che vengono interrotte qua e là da sfuriate noise notevoli. La voce di Grant è effettata e monocorde nella strofa, ma passa improvvisamente al falsetto nel ritornello. Il classicone del gruppo, "Buck Rogers", riporta tutti sulla terra, e sfodera chitarre graffianti come non mai; diventerà la hit distintiva del gruppo.
Un'altra sorpresona ce la riserva la riflessiva "Piece By Piece" che, su un tappeto ritmico zoppicante ma impreziosito dagli arpeggi della chitarra acustica, ci mostra il lato più intimo e delicato della band.
Con "Seven Days In The Sun" la band riprende a picchiare forte, ma stavolta la melodia e solare e molto estiva, così come le liriche ("I've got a friend, her name is Laura/We took a holiday, seven sweet days in Majorca/ We took a plane through to southern Spain/To see the ocean wave's blue"), e si prosegue con una incisiva ma cadenzata "We Can't Rewind". "Turn" è un classico britrock lineare e dominato da piacevoli chitarre "impastate", così come "Oxygen", che però è più lenta. Così, superate sfuriate grunge versante Nirvana ("Choke", "Tell All Your Friends") e college rock à la Weezer ("Under The Weather"), il lavoro si chiude sulla cattivissima "Bug", allucinata e violenta.
Rimangono, quindi, i classici assalti chitarristici del combo gallese, ma in molti casi sono "addolciti" da melodie piuttosto orecchiabili e piacevoli; non c'è una nuova "Stereo World", per interderci.
Un grande album, che già lasciava intendere le grandi doti di songrwiter di Grant Nicholas, e che rivelò in tutta Europa il talento dei Feeder.
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