Orientarsi nella discografia di Fela Kuti è pressoché impossibile ed io non ho nessuna intenzione di darvi alcuna dritta. Io l'ho scoperto per caso.

L'artista è quanto di più interessante possa capitare tra le mani di un appassionato di musica: nigeriano, classe 1938, figlio di un reverendo e di un'attivista per i diritti delle donne, rivoluzionario, politico e soprattutto un fantastico musicista che si alternava sapientemente tra la tromba, il sax e la voce (viene giustamente considerato da tutti l'inventore dell'afrobeat). Sin dall'inizio della sua carriera si ispirò a movimenti afroamericani come il Black Panter Party, inimicandosi le varie dittature che si sono susseguite alla guida del suo paese (addirittura nel 1977 fu ordinata la distruzione della comune fondata dal nostro, Kalakuta, e negli scontri perse tragicamente la vita la madre di Fela).

Musicalmente parlando il suo stile può essere visto come una commistione orgiastica e bollente, goliardica e rabbiosa di jazz, soul e funk: i grooves incalzanti, i ritmi robusti della sua proposta risultano tuttora tremendamente attuali ed influenti (una spessa base per i campionamenti dell'hip-hop e per l'incessante incedere danzereccio della house tanto per fare due esempi).

L'album che ho deciso di portare alla vostra attenzione è "Shuffering & Shmiling/No Agreement", recente ristampa che accorpa due lp usciti nel biennio '77/'78: la sua copertina colorata e confusionaria rispecchia fedelmente la musica di Fela e della sua band, gli Africa '70. Un sound compatto e potente che avanza divertito ed irresistibile; le percussioni ed il basso che vanno a disegnare un groove oceanico, i fiati che punteggiano il tutto rendendolo ancora più ballerino e trascinante, il piano elettrico che impreziosisce l'insieme dando quasi un accento rock'n'roll e poi la voce che si inserisce festosa ma allo stesso tempo risentita ed incazzata. In queste tre lunghissime tracce si respira un'aria di pura creatività assolutamente non imbrigliata: a sottolineare come la musica fosse il miglior modo per Fela di veicolare la sua filosofia ed i suoi messaggi (il rispetto tra le religioni in "Shuffering & Shmiling", il rifiuto dei loschi politicanti e delle loro subdole trame in "No Agreement"). Completamente strumentale è l'ultima traccia, Dog Eat Dog: compatta e liberatoria, torrida ed incandescente, farebbe muovere il culo anche ad un pezzo di legno con quei suoi delicatissimi fraseggi di tromba che evocano il Miles Davis meno trattenuto...

Poche altre volte avrete l'occasione di sentire una musica così sincera e vitale (nonostante il suo artefice avesse deciso di farsi chiamare Anikulapo, ovvero "Colui Che Porta La Morte In Un Sacchetto"). Non perdete tempo e (nel caso ancora non l'abbiate fatto) scoprite questo meraviglioso  artista, che merita tutto il rispetto e gli onori del mondo!

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