M'imbattei per caso nelle opere di Fela Kuti quando sentii lo scorso anno l'album del "supergruppo" Rocketjuice & the Moon, composto da Damon Albarn, Flea e Tony Allen. Affascinato dalle ritmiche intessute da quest'ultimo decisi di approfondire e scoprii, tappando un buco nella mia ignoranza, che costui era stato in origine il cofondatore dell'afrobeat insieme a Fela Kuti, della cui band era percussionista e direttore musicale.

Fela Kuti, nigeriano, fu oltre che artista musicale anche attivista per i diritti umani e rivoluzionario nel proprio Paese, veicolò spesso il suo messaggio politico alla propria musica, fondendo socialismo e panafricanismo, e sarebbe un personaggio senz'altro da approfondire anche al di fuori dei confini prettamente musicali. L'album in questione risale al 1976 e lo consiglierei come primo passo per avvicinarsi alla sua musica, essendo composto solamente da due brani in forma di suite della durata di poco più di 14 minuti ciascuno ("Upside Down" e "Go Slow") per un disco senz'altro fresco e scorrevole che rimane al di sotto della mezzora totale di durata.

Che cos'è ordunque questo afrobeat?

E' un calderone inimmaginabile di suoni e colori, che amalgama in una miscela fantastica jazz, funk, reggae, ska e yoruba. Di fatto immaginatevi Sly & the Family Stone e i Funkadelic uniti all'Herbie Hancock di Head Hunters e potrete farvi un'idea dei suoni che potete assaggiare in questo disco, con perfino qualche spruzzatina soul nei vocalizzi. Musica allegra insomma, che trasuda Africa da ogni dove, in un caleidoscopio incredibile di colori e suoni.

Non lasciatevelo scappare, ne vale la pena

Carico i commenti...  con calma