Il 2006 annovera, fra miliardi di altre cose, l'uscita di Fergie nel suo album di debutto solista: in quanti lo presentivano e lo aspettavano? Più fervida era l'attesa in chi, come me, non ama particolarmente i Black eyed peas, ed ivi ritiene trappo marginale il ruolo di questa cantante.

Eccoci/mi esaudito da questo 'the Dutchess', esordio che concentra insieme rap e pop. Nell'album troviamo le collaborazione di will.i.am, Ludacris, B-Real e Rita Marley, figlia di Bob. Stacy firma tutti i testi mentre le campionature sono in gran parte affidate a will.i.am.

'Fergalicious', prima traccia, rivela l'impronta di Fergie, con testi altezzosi e un po' arroganti come da copione; 'Clumsy' è più lenta e misurata nei testi, qui sentimentali, 'All that i got' è altrettanto appassionata, cosi' da rivelare il lato sensibile della cantante, che però scompare in 'London bridge', anche singolo, dalla evidente attitudine ‘slutty'. 'Pedestal', rallenta il ritmo per lasciare spazio all'ottima interpretazione canora, che varia da una voce bianca da bambina ad una più profonda. 'Voodoo doll', inizia con dei sussurri, un suono di trombetta, nonché rime aggressive con piccoli intervalli armonici, che evidenziano anche l'estensione di Fergie, simile, per dire, alla Aghilera; la quale non ha però un timbro di pari effetto sulle note più basse, che Fergie esegue benissimo nelle seguenti rime; ed è proprio quest'altalena vocale a rendere interessante questa traccia, insieme ai testi inquieti e indisciplinati ed alle sempre buone campionature hip-hop.

'Glamorous', come suggerito dal titolo, è il solito copione sul life-style very expensive tanto caro al rap, che Fergie interpreta ancora molto bene, molto bello il cambio di ritmo finale che contrappone una tematica più morale. 'Here i come', è un'altra delle mie preferite, per le rime molto sensuali alternate ad altre ‘slutty' all'inverosimile che Fergie interpreta benissimo nel registro di basso, cui segue superfluo l'intervento di B-Real.

'Velvet' è una canzone pop, la più lenta, con a sottofondo il rumore del disco 34 giri. 'Big girls don't cry', sempre lenta, altro singolo, è l'ennesimo spiraglio del carattere interiore della cantante. 'Mary jane shoes' si rifà a "no woman don't cry" di bob Marley. Le restanti canzoni non aggiungono ne tolgono, in quanto si dividono fra melodie molto dolci e altre groovy.

In conclusione un ottimo esordio per la cantante che ivi ha riposto molta farina del suo sacco nei testi, assolutamente tutt'altro che banali e per il resto bene assistita dai produttori del settore.

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