L’ultimo film di Ozpetek non è male.
Col pretesto del thriller, del mistero attorno al quale si svolge la vicenda, il nostro ci racconta una Napoli velata.
È la Napoli delle opere d’arte, del teatro, della cabala e delle veggenti.
La Napoli della pazzia e della solitudine, dei veleni e delle ipocrisie, dei “malamente” ricchi, potenti, eleganti, insospettabili.
Il film, raffinato ed elegante, ha una costruzione di tipo classico per il genere thriller: un prologo, il fattaccio, il mistero (che non viene mai svelato perché è in realtà solo “velato” come Napoli, è chiaro che sono state loro no?)
Come è chiaro che sì insomma lei…
Un film che ha un che di anni 70 per l’atmosfera, per come è girato, lenti piani sequenza indugiando sugli oggetti (le opere d’arte “recitano” in un certo qual senso facendo bella mostra di loro stesse). Inoltre, la maggior parte del cast (Peppe Barra, Anna Bonaiuto, Lina Sastri, Isabella Ferrari) viaggia tra i 50 ed i 70 anni di età e si muove tra sentenze e ricordi…
Ma i protagonisti sono due e sono più giovani (tra i 30 ed i 40 anni): Giovanna Mezzogiorno è Adriana. Ad una festa, in un elegante salotto napoletano conosce Andrea, più giovane di lei (Alessandro Borghi, ancora lui, gettonatissimo). Finiranno a letto la notte stessa, in una scandalosa scena di sesso che pare abbia suscitato forte imbarazzo nella Mezzogiorno e vorrei vedere, siamo quasi sul porno...
Adriana è una donna sola di mezza età (un medico, fa le autopsie ai cadaveri) e viene, in una sola notte e in tutti i sensi, completamente travolta da Andrea. Un amore passionale e violento, immediato, viscerale, potente.
I due si danno appuntamento il giorno dopo al museo alle 18:00 ma Andrea non si presenta e non risponde al telefono.
Inizia il mistero, il fattaccio.
Non vado oltre e si vi interessa il film, che merita, non leggete in rete che vi dicono le cose.
Il film mi ha colpito molto dal punto di vista tecnico, l’utilizzo della MDP, si veda il prologo ed i piani sequenza sugli sfarzosi interni dei salotti, si veda ancora come la MDP passeggi lentamente e meticolosamente a svelare i vicoli di Napoli.
Anche i dialoghi sono piuttosto buoni e gli attori (per lo più teatrali) sono bravissimi, gli aforismi, le perle di saggezza, le “sentenze” dicevamo, tipicamente napoletane.
Anche il montaggio e la colonna sonora sono di rilievo.
Insomma il film è tecnicamente quasi ineccepibile.
Non posso dire altrettanto del soggetto. Sebbene ben costruito, forse fin troppo (c’è molta cura nel dipanare la vicenda) si ha l’impressione di un che di scontato, di “troppo costruito” appunto. Infine non ho apprezzato la “trovata” finale che ho considerato piuttosto telefonata e gratuita (per me non “c’azzecca niente” per dirla alla napoletana).
Trattasi tutto sommato di peccati veniali, il film merita.
Ne metto 4 perché sono buono ma forse sono 3 e mezzo.
Voto 7 meno meno.
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