Finalmente mi concedo un po' di tempo per parlare di un gruppo italianissimo ma che purtroppo non molti conoscono... sto parlando dei Fiaba, nati nell'ormai lontano 1991 a Siracusa. La proposta musicale di questo gruppo è un po' particolare e merita di essere valutata con dovuta attenzione; in ogni caso credo che il loro sound e il loro stile siano forse tra i più peculiari della scena musicale nazionale odierna.

Il genere musicale dei Fiaba può essere etichettato come medieval metal, sottogenere del folk metal caratterizzato da una forte riscoperta della musica popolare antica, con ampio utilizzo di suoni e strutture compositive simili. Una definizione così schietta è però alquanto riduttiva: già dal primo ascolto si evince che la proposta musicale del gruppo è un hard rock molto semplice e graffiante, con melodie lineari ma trascinanti, di estrazione celtica-mediterranea. Non si evidenzano momenti di virtuosismo strumentale o passaggi articolari: si punta molto di più sugli accattivanti riff e sulle galoppate di chitarra e batterie, che di volta in volta sostengono il cantante Giuseppe Brancato. Quest'uomo ha il merito di avere una voce potente ed espressiva, con toni molto teatrali perfetti per rendere al meglio i testi.

Se infatti c'è qualcosa di davvero unico e particolare nelle composizioni dei Fiaba sono i testi: tutti scritti dal batterista Bruno Rubino, ovvero colui che ha le redini della formazione, di volta in volta si appropriano di un immaginario fantastico che affonda le mani nella tradizione popolare e in opere come la raccolta di fiabe dei filologi Jacob e Whilem Grimm. Elfi, cavalieri, principesse stregate, orchi, bambini fatati sono i protagonisti di storie affascinanti e ricche di allegorie, storie che tutti qualche volta nell'infanzia hanno avuto modo di ascoltare, e che vengono riproposte ancora oggi con immutata bellezza. Non è possibile accostare questo tipo di narrativa a quella del power metal, come qualcuno potrebbe fare: scordatevi di trovare guerrieri immortali che scannano draghi assassini, qui si è molto più sobri e, in un certo senso, più intimi e familiari.

A conti fatti, quello dei Fiaba è uno stile che può ricordare molto quello di Angelo Branduardi (ma mi astengo da fare questo paragone perchè conosco pochissimo il cantautore), e che porta un ondata di freschezza nel panorama musicale italiano ormai intasato da bimbiminkia come Finley, Lost, Tiziano Ferro e compagnia bella. Sebbene questo gruppo potrebbe non piacere a chi cerca qualcosa di più elaborato, soprattutto musicalmente, rimane un'ottimo esempio di cosa possa fare la scena musicale italiana più di nicchia, quella che vive appartata, senza grandi promozioni, ma che sa essere coerente, produttiva e portatrice di vere emozioni.

Questo album, "I racconti del giullare cantore", è un ottimo acquisto per chi vuole farsi un'idea del gruppo, sebbene non sia facilissimo da reperire e sia piuttosto costoso. Esso contiene almeno due dei loro brani più celebri, ovvero la ballata elettrica "Angelica e il folletto del salice" e la straordinaria "Le pere dell'orco", canzone musicalmente semplicissima, quasi elementare, ma con un'atmosfera e un feeling unici. Per il resto, ci troviamo di fronte a composizioni di ottimo livello, come l'ironica "Il crocchiaossa", l'acustica "I sogni nel sacchetto", o la lunga "Il luccio della fontana".

Come ho gà detto all'inizio, questa è una band di cui si parla poco, anzi pochissimo (anche perchè è da qualche anno che non pubblicano più nulla), ma che vale assolutamente la pena di scoprire. Questo disco potrebbe farvi capire il perchè.

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