Il punk è cambiato, si è evoluto, un tempo è stato rivoluzione e ribellione, ma quel tempo è finito anni fa. Dopo il revival degli anni novanta, il genere è diventato un fenomeno commerciale, e ora come ora le band pop punk che ci sono in giro neanche si contano più ed è sempre più difficile distinguerle l'una dall'altra. Quasi tutte con lo stesso sound in stile blink-182, a parlare di quanto siano sfigati e di quanto siano tristi per colpa di una ragazza che non se li fila. Tutti temi a noi cari, ma loro come li affrontano? Siamo diversi, e ognuno lo fa come gli pare, ed è appunto per questo che le band si differenziano, perché se c'è chi si deprime e si scava la fossa da solo, c'è anche chi manda affanculo la vita e beve così tanto da scordarsi almeno momentaneamente come si chiama, ed il che è sempre ben accetto. È il caso dei FIDLAR, che tra droghe, drink e cattive decisioni, ci proiettano in un giro turistico che va dalla loro stanza, a parcheggi abbandonati, fino ad arrivare ai rivenditori di alcoolici più scrausi d'America. Un piacevole viaggio nella mente di giovani frustrati che sperano solamente di non andare ancora in overdose. Troppo tardi per morire giovani e troppo giovani per spegnersi.
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