Prima uscita di qualità per la neonata etichetta digitale Memorial Records, abile nel posizionare da subito nel proprio roster una band giovane e carica di idee come i Filth In My Garage.

Il gruppo in questione procede infatti a grandi passi verso un sound sempre più personale e ricco di elementi: se il precedente album “Crawling Through The Animals” (uscito nel 2011) ci metteva dinnanzi a un progetto ancora acerbo, “12.21.12” è l’esatto opposto, curato nei minimi dettagli e molto particolare nella sua forma. Tre brani per un totale di quasi 20 minuti di musica non è certo poca roba e, al tempo stesso, rappresenta una sfida ardua persino per gli stessi musicisti, visto che annoiare con brani che superano abbondantemente i cinque minuti l’uno non è poi così difficile. Ma partiamo dalla base: “12.21.12” è strutturato sottoforma di concept, il cui tema principale è la tanto citata data con la quale i Maya indicarono la fine del mondo.

Nei tre brani contenuti (“Future”, “Past”, “Present”) vengono descritti con una minuziosa analisi gli stati d’animo vissuti in ognuna di queste tre frasi o come dice la stessa band Ovvero l’ordine del tempo stesso stravolto, il mondo abbandonato nell’immaginario di un futuro sempre più oscuro, un passato che non riesce a illuminarci per migliorare e il presente, l’unica cosa che esiste veramente”. Un lavoro decisamente complesso per quel che riguarda i testi e non da meno sul lato sonoro, dove i Filth In My Garage hanno fatto quadrare anni di sperimentazione in una miscela riuscitissima di metal, math-rock e post-hardcore. Stravolgimenti ritmici e chitarre dai riffs intricati sono all’ordine del giorno in questo lavoro, ricco di sfumature, stati d’animo contrastanti e una espressività finora mai raggiunta da questi musicisti.

Un gran bel lavoro insomma, senza alcun dubbio.  

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