Nattfödd, il quinto disco dei Finntroll venne inciso nel 2004 poco dopo avere pubblicato il singolo Trollhammaren presente nel cd. Il gruppo nasce nel 1997 da Teemu Raimoranta (morto poi nel 2003 causa ubriachezza, anche se un componente della sua precedente band sostiene che si sia trattato di suicidio), il chitarrista degli Impaled Nazarene e da J. Jämsen. Dopo la pubblicazione del loro primo demo nel '98, nuovi componenti si aggiunsero alla band; Samu Ruotsalainen dei Barathrum e Rapture, Henri Sorvali dei Moonsorrow, Samuli Ponsimaa e Sami Uusitalo.
Premesso questo, ritengo che i Finntroll siano un gruppo metal unico nel genere grazie alla loro capacità di mescolare emozioni e sonorità, si allontanano da qualsiasi stereotipo di Black Viking Metal Epico grazie alla fusione di questo genere con il Folk.
Apparentemente anche le canzoni più celebri di questo disco sembrano scritte e suonate da un gruppetto di sbronzi usciti appena usciti dalla birreria per la loro ingannevole semplicità poichè in realtà ogni canzone è dotata di ripetuti cambi di tempo, passaggi di climax e svariate componenti contrastanti fra loro, per primo l'allegro suono del folk affiancato però dalla cupa voce in growl di Tapio Wilska, nuovo membro.
Come opener il gruppo finlandese ha scelto Manniskopesten, tipica canzone a midtempo con cui torturarsi a suon di head banging con tanto di allegre melodie rimembranti lo Ska. Trollhorn fa un magnifico lavoro alla tastiera rispetto agli album passati creando una perfetta atmosfera.
Segue Eliytres che fa tornare in mente le melodie del hummpa-metal seguito nei precedenti album, poche sfumature black possono essere udite a metà brano, e cori vichinghi accompagnati da una maestosa tastiera concludono anche questa canzone.
Fiskarens Fiende è decisamente più cupa, e prelude al capolavoro Trollhammaren pubblicato sottoforma di singolo non a caso prima dell'uscita del disco in sé. Qualche chitarra acustica e tastiera portano alla mente i Moonsorrow ma comunque i Finntroll riescono a non perdere la loro originalità e mantendono la loro maestosità catturandoci con un ritornello maledettamente coinvolgente.
Arriva poi la title track che permette alle nostre orecchie un meritato riposo (growl di Tapio escluse), per poi passare a Urvsamp, pezzo molto aggressivo che comporta in sé una lieve ambiguità per poi concludere con un'accelerazione di parole di Tapio.
Marknadvisan purtroppo dura molto poco ma racconta (beh, se capite i testi o ve li leggete tradotti) del attacco dei troll a cui siam stati abituati sin dal loro primo album... La etichetterei "malefica" solo se non avessi riso troppe volte leggendo quest'articolo sulle recensioni di Matteo
Det Iskalla Trollblod tratta sempre di troll raccontandone la vita vissuta nascosta nei boschi, festeggiando con vino e gozzoviglia (tutto ciò provato dai cori di esseri indefiniti presenti nel brano.
Passiando a Grottans Barn ci rendiamo presto conto che è probabilmente il brano più malinconico dell'album, per poi chiudere con Routas Vaggvisa un pezzo acustico introspettivo accentuato da versi di gufo quasi a intermittenza, a mio avviso una maniera di classe per concludere un album.
Per me è stato un amore a primo ascolto con questo album grazie proprio alla sua originalità, alle sue componenti artistiche diverse da ogni altro gruppo che mi ha fatto crescere un forte interesse in questa band. Le emozioni che mi trasmette non sono le solite scontate quali rabbia, rancore che vengono generalmente associate al black, ma riesce a dare una carica positiva con questa fusione di genere diversi.
Un album che qualsiasi amante del metal dovrebbe possedere.
Questa recensione per dire, per quanto poco ve ne possa importare, che sono tornata su debaser e che mi è mancato moltissimo (si mi ritengo una debaser-dipendente). Mi resta poco da dirvi, se non THROLLHAMMAREN!!!!!!!!!!!!!
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