When the Pawn Hits the Conflicts He Thinks Like a King What He Knows Throws the Blows When He Goes to the Fight and He'll Win the Whole Thing 'Fore He Enters the Ring There's No Body to Batter When Your Mind Is Your Might So When You Go Solo, You Hold Your Own Hand and Remember That Depth Is the Greatest of Heights and If You Know Where You Stand, Then You Know Where to Land and If You Fall It Won't Matter, 'Cuz You'll Know That You're Right.
Più banalmente (e comprensibilmente) noto con il meno enigmatico titolo di ‘When the Pawn’.

Ci sono artisti/dischi che vengono alla luce per stupire (e ci riescono).
E ci sono dischi che, per quanto belli, intensi e ‘vissuti’ non riescono per i motivi più svariati a far breccia, e a riscuotere la ricompensa che meriterebbero.

Forse, tutto sommato, non è il caso di quest’album uscito nel 1999, il secondo della giovanissima (all’epoca era appena ventiduenne) cantante newyorkese…
Un album questo incredibilmente omogeneo, ben composto, ben interpretato e sorprendentemente maturo. Tanto maturo da mettere in ombra il pur pregevole album d’esordio.
Fragili ballate e liriche introspettive in cui non è difficile scorgere tracce di una tormentata e talvolta autenticamente drammatica adolescenza (Fast As You Can, per es.). I brani scorrono leggeri, e ci si lascia trasportare volentieri dalla sua splendida voce, e dalle sensazioni che questa evoca a fior di pelle, anche laddove la ritmica si fa più incalzante, e le note del piano si fanno carico di trasportare il tutto su binari un tantino più ‘rockeggianti’.
Ma in realtà, sono proprio quella ballate intrise di languida malinconia (A Mistake, Love Ridden, Get Gone) ad ammaliare l’ascoltatore.

Un disco in cui la musica suona quasi ‘banale’ (nel senso che non c’è nulla, musicalmente parlando, che faccia gridare al capolavoro), ma è una banalità che avvince e che – merito non da poco – è tutto fuorché ripetitiva e monotona.
E che in ultima analisi, unita alla sua timbrica così versatile e personale, fa di questo disco un piccolo capolavoro.

Personalmente e senza esagerare, lo ritengo uno dei dischi ‘al femminile’ piu’ riusciti dell’ultima decade. Noi (io), dal ’99 siamo qui ad aspettare che questo piccolo miracolo in musica accada ancora...

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