La rossa Fiorella non riesce nell'intento di costruire un album brasiliano, pur avvalendosi di grandi nomi come Caetano Veloso. Il paragone si potrebbe fare con "La voglia, la pazzia, l'incoscienza" della premiata ditta Vanoni+Toquinho+De Moraes ma naturalmente non regge. Mentre la Vanoni incantava (e incanta) l'ascoltatore con la sua voce sottile che ben si intonava con l'atmosfera brasileira, la voce della Mannoia quasi fa a cazzotti con la musica che propone.

Il progetto è pregevole, non si discute. Questo lavoro andrebbe valorizzato solamente per la passione e la dedizione impegnate dalla Mannoia per quest'album. Ma, a mio avviso, "Onda Tropicale" non decolla. Siamo ben lontani dallo stile curato di "Concerti" o di "Certe piccole voci", gli arrangiamenti sembrano affrettati, i rifacimenti delle canzoni sono alquanto di basso livello.
Attendevo con ansia questo lavoro della Mannoia poiché, viste le sue precedenti interpretazioni di canzoni brasiliane, ero sicuro di ascoltare un grande e importante album. Ma purtroppo questo non è accaduto. Naturalmente non è tutto da buttare, questo è da dire. L'incontro/scontro con la musica brasiliana non è stato proprio negativo. Le due versioni di "Vivo" sono stupende, imprevedibili e dotate di stupendi giochi di parole ma il disco è troppo ambizioso per poter decollare. La "saudade", certo, è presente ma per gli album precedenti di Fiorella e soprattutto per la vera musica brasiliana.

Se proprio avete voglia di ascoltare interpretazioni decenti di classici brasiliani, allora ascoltate "Casa" di Morelenbaum/Sakamoto oppure Barbara Casini oppure la stessa Vanoni con Toquinho e De Moraes ma, si è capito ormai, sto parlando di valide interpretazioni e non surrogati.

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