Potremmo sederci su barili di legno, opachi e datati, dispersi nelle campagne del Maine sotto un sole che scalda la terra e gli animi, ad ascoltare menestrelli che si avvicendano nel raccontare storie suadenti; i Fire On Fire sanno come intrattenerci facendo leva sul calore emotivo e propedeutico del loro indie folk sereno e cordiale, basato su gradevoli melodie ripetitive e prolungate, dove le voci maschili e femminili si alternano impremendo sempre le stesse sensazioni inebrianti.

Il banjo scandisce ovunque la cadenza dei brani, fisarmonica, chitarra folk, melodica, tamburelli e quantaltro abbelliscono il resto, creando atmosfere di unione, come in "Flight Song", un folk corale, di speranza, dove l'ascoltatore si congiunge in un cerchio immaginario abbracciato ai musicisti. "Sirocco" è la celebrazione d'apertura del disco, che diventa più intensa in "Heavy D". Colleen Kinsella, voce femminile e autrice dell'artwork in quanto anche pittrice, ricorda le Cocorosie, soprattutto in "Assanine Race" e nella notturna "Squeeze Box", dove il suo sinuoso lamento rimanda alla melodia di "Whale Bones" dei Man Man. "Hartford Blues" è un folk blueseggiante; la spensierata "Toknight" è cantata da una voce bianca stile Ramona Cordova. Durante l'ascolto dell'album si potrebbe immaginare di trovarsi di fronte ad una jam session degli Arcade Fire, poco improvvisata e ben costruita, una sorta di unplugged denso di emozioni che si chiude con la lunga suite allietante "Haystack", meravigliosa conclusione. We are flying on and on to the sun...

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