I Firehouse sono stati, all'alba degli anni '90, l'ultimo gruppo a tenere ancora alta la bandiera dell'hard rock/hair metal, negli anni bui che hanno accompagnato questo genere dopo il periodo d'oro vissuto nella seconda metà degli eighties. Il disco d'esordio, uscito nel 1990, riusciva ad essere hair pur slegandosi da alcuni clichè e stereotipi del genere che erano inesorabilmente legati agli anni '80 e non avrebbero avuto più modo di esistere nel nuovo decennio, ma questo senza rinunciare ai ritornelli facili e ammiccanti e alle classiche ballatone strappalacrime tipiche del genere. Anche il successivo "Hold Your Fire", uscito nel 1992, quando ormai l'era del grunge era già cominciata, riscuoteva ancora successi e e confermava quanto di buono la band aveva fatto nella prima release, con "Reach For The Sky" , "Rock You Tonight" e "Get In Touch" a rockeggiare e trascinare, e "When I Look Into Your Eyes" a commuovere con il suo immenso romanticismo.

Arrivati però ormai a metà degli anni '90, i Firehouse si rendono conto che continuare a proporre l'hard rock degli esordi sarebbe stato alquanto inutile, e tentano quindi di adeguarsi ai tempi; ma non lo fanno accodandosi al grunge come ai tempi fecero alcuni dei loro "colleghi" (penso ai Motley Crue, agli Harem Scarem, ai Warrant, o agli Extreme), bensì cercando di ammorbidire il loro sound e puntando maggiormente sulle ballads, che sembravano riscuotere maggiori consensi soprattutto oltreoceano (fu infatti la ballata "When I Look Into Your Eyes", da "Hold Your Fire", a farli conoscere al grande pubblico del Sol Levante, e anche in questo caso il brano "I Live My Life For You" ebbe un buon successo in Giappone).

Tuttavia non mancano brani più aggressivi e maggiormente legati al recente passato della band, iniziando dall'ottima "Get A Life", che che parte subito all'assalto con la batteria di Michael Forster in primo piano, in un pezzo che per potenza e carica sarebbe stato benissimo in entrambi i dischi precedenti, per arrivare a "What's Wrong", canzone dai riff molto granitici e pesanti, passando per l'avvincente "Two Sides" e la discreta "Temptation". Invece nell ‘opener "Love Is A Dangerous Thing", in "Somethin' But Your Body" e "Tryin' To Make A Living" si nota la ricerca di nuove sonorità di più ampio respiro, per delle canzoni che perdono un po' in carica e in aggressività ma acquistano in accuratezza e melodia, in particolare nella coinvolgente "Tryin' To Make A Living", che inizia con un arpeggio suggestivo e delicato quasi dal sapore di una ballad, ma poi si snoda tra i riff molto particolari e quasi reggae nel ritornello di Bill Leverty (sempre ottima la sua prestazione lungo tutta la durata del disco), e la voce sempre stupenda di C.J. Snare, anche se meno tirata rispetto al recente passato.

Ma ad impreziosire non poco questo disco solo le tre ballads presenti, e anche in queste si nota un cambiamento nello stile di scrittura del gruppo; non ci troviamo più di fronte infatti alle classiche power ballad tipiche dell'hair metal, ma a delle composizioni più intimiste e ricercate, che cercano di colpire al cuore con le loro melodie dolci e ammalianti: indimenticabile e sempre meravigliosa ad ogni ascolto è "Here For You" ballata acustica dall'arpeggio leggero e delicato, impreziosita della voce emozionante di Snare e da un duplice assolo, uno acustico e uno più trascinante di Leverty; bellissima, commovente e altrettanto romantica è "No One At All"; ma la più bella è forse la conclusiva "I Live My Life For You", altra ballata acustica un po' scontata nel testo ma non certo musicalmente, che anzi colpisce dritta al cuore con la sua melodia struggente e sognante e grazie al canto di Snare, intriso di passione e di un pizzico di nostalgia, davvero da brividi nell'ultimo ritornello e nel finale.

"3" è il disco con cui i Firehouse abbassano leggermente i toni ma non abbandonano la loro natura di (hard) rockers. E questo nel 1995 è già qualcosa. L'album alla fine risulta coinvolgente dalla prima all'ultima canzone e alla fine un 4 lo merita. Sarebbe anche un 3.5, ma va bene lo stesso.

Non sarà neanche l'ultimo lavoro della band su queste coordinate sonore, ed anzi il livello dei brani resterà buono anche nei tre album successivi, "Cathegory 5" (1998), O2 (2000) e "Prime Time" (2003), tutti dei dischi godibili. Va bene, non su questi livelli, ma a quasi 15 anni dall'esordio non si poteva neanche pretendere il contrario. Oggi però siamo nel 2010 e ancora non è uscito un seguito all'ultimo lavoro dei Firehouse, ma per fortuna la band almeno ufficialmente ancora non si è sciolta e continua sempre a suonare "all around the world". Spero che questo seguito esca presto, perché un nuovo Firehouse sinceramente avrei anche voglia di sentirmelo. Una garanzia, dateci un ascolto.

Tracklist:

1) "Love Is A Dangerous Thing" 

2) "What's Wrong"

3) "Something But Your Body" 

4) "Tryin' To Make A Living"

5) "Here For You" 

6) "Get A Life"

7) "Two Sides"

8) "No One At All"

9) "Temptation"

10) "I Live My Life For You"

Carico i commenti...  con calma