In un mercato sempre più spietato dove trovare delle fresche novità è sempre più difficile, i "Five Finger Death Punch" sono state una delle poche note positive del Metal d'oltreoceano degli ultimi anni.
La band di Los Angeles non è altro che frutto della fusione di più membri di altri gruppi non di particolare successo quali Motograter, U.P.O. e Ghost Machine, ma ciò è di relativa importanza per quanto concerne la stesura del loro disco d'esordio, "The Way Of The Fist".
Parto subito dicendo che ci possono essere delle ambiguità e delle diverse interpretazioni circa lo stile che la band propone, non mancano gli spunti Groove proposti dal cantante Ivan Moody, che spesso alterna un cantato Groove appunto ad uno stile più 'clean', per intenderci meglio, una fusione che tanto rimanda ai vari 'Corey Taylor' (Slipknot) ma anche al Metalcore moderno. Sicuramente ciò che c'è da apprezzare di questo disco è la grinta mista alla melodia che pezzi come "Ashes" e il singolo di lancio "The Bleeding" riescono a trasmettere, brani che incalzano perfettamente con episodi più crudi senza però mai eccedere, come la title track "The Way Of The Fist" e la 'heavy' "Salvation". Fa piacere inoltre sottolineare l'ottimo lavoro del batterista J. Spencer, che grazie al suo contributo riesce spesso a 'colorare' pezzi che per forza d'inerzia rischierebbero di stereotiparsi troppo. Il resto dell'orchestra tuttavia non è da meno, ottime infatti le melodie offerte in pezzi più radio-friendly come "White Knucles" e "Never Enough", con chitarre che tendono all'alternative Metal senza comunque perdere adrenalina. Da notare che l'ultimo dei pezzi citati, ovvero "Never Enough" è stato inserito solo in una seconda versione del disco, il parere personale è che in qualche modo il disco stesse commercialmente funzionando, sicchè l'idea di rimasterizzarlo con l'innesto di linfa fresca (e melodica, "Never Enough" difatti è il pezzo più soft del disco), credo sia stata una scelta quantomeno condivisibile.
Proseguendo nella descrizione dell'album, degna di nota è "Death Before Dishonour", pezzo che sfiorando il prog, rende l'idea di quanto la band abbia un senso di eterogeneità che oggi non è semplice trovare in altre band tipicamente Metalcore. Chiusura col botto con la buona "Meet The Monster", le capacità canore e melodiche di Ivan Moody sono di spessore, ci tengo a sottolineare infatti come non sia semplice in un genere come quello espresso dai 5FDP (nome abbreviato), essere in grado di gestire una mole musicale certamente di potenza, spessore e aggressività, condendo il tutto con quel pizzico di orecchiabilità che faccia si che un disco come il presente, possa risultare 'vincente' e possa in qualche modo tenere contenti tutti. Mi sento di affermare che i Five Finger Death Punch sono una realtà ormai affermata e "The Way Of The Fist" ne è la testimonianza. Consiglio l'ascolto ai fan del Metalcore, Heavy Metal, ma perchè no anche a chi è abituato a dischi più 'soft' tendenti all'hard rock.
Nota: sconsiglio l'ascolto dei pezzi su Myspace, in quanto la maggior parte dei brani presenti non fanno parte di questo disco, parte delle canzoni fanno parte del secondo album del gruppo, "War Is The Answer", disco marcatamente più soft.
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