Immaginate di prendere posto su un'accogliente poltrona rossa, in un accogliente teatro, confortati da un accogliente tepore in netto contrasto con la tutt'altro che accogliente temperatura al di là delle mura.
Immaginate di essere circondati di gente di diverse età, da adolescenti a padri di famiglia, e di diverso stile, da hipster a indie-kids, da barbuti a fighetti, da pseudo-intellettuali a simil-motociclisti che sembrano aver appena parcheggiato la loro Harley Davidson fuori.
Immaginate che su una poltrona come la vostra sia seduto anche il sosia di Jimmy Page.
Immaginate di iniziare un sogno lungo circa due ore, presi per mano (o sarebbe meglio dire, per le orecchie) da una voce femminile limpida e malinconica e da arpeggi di chitarra, e trasportati dall'anno 2011 e da quella poltrona rossa, direttamente in un saloon western ripulito di brutti ceffi e adibito a locale raffinato, nelle vicinanze di una ferrovia, in un villaggio al confine con un accampamento indiano.
Immaginate che il bello, in realtà, debba ancora arrivare.Immaginate, allora, che esso arrivi insieme a sei tizi che sembrano giunti direttamente da una di quelle casupole in pietra, col camino fumante, le finestre di legno e un pozzo accanto, e con una stradicciola davanti alla porta che conduce dritti nel bosco. Dietro, le montagne.
Magari le Blue Ridge Mountains. Magari innevate.
Una di quelle casupole abitate da persone la cui unica preoccupazione/mansione è quella di tagliare la legna, di lavorare la terra, accontentandosi di indossare quattro stracci e vivendo felice, con frate Sole e sorella Luna. Immaginate, perchè no, un cielo bello stellato sopra di voi. Stelle che aiutano quella pallida sorella Luna a dipingere sentieri di luce sui pendii innevati di quelle montagne.
Immaginate quindi di ritrovarvi immersi in questa dimensione, extra-temporale, bucolica, rurale, allo stesso tempo terrena e celestiale. Immaginate che questa dimensione prenda VITA non appena la prima nota proveniente dalla chitarra del capo dei sei tizi di cui sopra risuona nell'aere.
Immaginate che il suddetto tizio inizi a snocciolarvi storie, poesie e filastrocche che parlano di un "fratello" che intraprende un viaggio, di vestiti da beduino, di gente che corre giù per le montagne, di riflettere su se stessi, su ciò che si è stati, di domandarsi cosa ne sarà di se' o il motivo per cui la Terra proprio ora stia girando intorno al Sole, di raccomandarsi ai piccoli di stare attenti a non inciampare nella neve rendendola rossa come le fragole in estate.
Immaginate che il tutto sia esaltato, delicatamente e perentoriamente in un tempo, da armonie corali che non susciterebbero alcuna meraviglia se provenissero giusto dalle aperture nelle mura di un monastero benedettino.
Immaginate la tecnica al servizio della genuinità, la precisione e la concentrazione al servizio dell'emozione, la potenza e il controllo, l'acuto e il grave, la terra e il cielo.Immaginerete facilmente, a questo punto, di non far fatica a... immaginare (!) di essere DENTRO un qualcosa che se non è TRASCENDENZA pura, ne deve essere almeno l'anticamera, un qualcosa che inevitabilmente vi travolga, rendendovi per dei momenti vulnerabili. Meravigliosamente e confortevolmente vulnerabili.
Immaginate, guarda caso, che lo stesso tizio di cui parlavo prima, ponga fine al sogno cantando di un certo "Helplessness Blues", che in italiano potrebbe benissimo essere tradotto come "blues della vulnerabilità".
Immaginate di lasciare quell'accogliente poltrona rossa e il tepore di quel teatro, e con essi il sogno. Immaginate però di custodire quest'ultimo negli occhi, nelle orecchie e nel cuore.
Immaginate tutto questo, se ieri non eravate al teatro Smeraldo a vedere i Fleet Foxes in concerto.
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Fleet Foxes (+ Adela Diane), Teatro Smeraldo di Milano, 20-11-11
Scaletta Fleet Foxes:
“The Plains/Bitter dancer”
“Mykonos”
“English house”
“Battery kinzie”
“Bedouin dress”
“Sim sala bim”
“Your protector”
“White winter hymnal”
“Ragged wood”
“Montezuma”
“He doesn’t know why”
“Lorelai”
“The shrine/An argument”
“Blue spotted tail”
“Grown ocean”
Bis:
“These days” (Nico cover) (Robin Pecknold e Alena Diane)
“Sun it rises”
“Blue ridge mountains”
“Helplessness blues”
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