Salve a tutti.
Questa é la mia prima recensione sul debaser e spero di saper esprimere al meglio i miei punti di vista su questo lavoro.
Questo album uscì nel 1987 e nacque come progetto solista di Lindsey Buckingham, originariamente.
Adesso, i gusti son gusti, ma paragonare questo ennesimo lavoro ai '60 dei Fleetwood con Peter Green sarebbe inutile: qui la band aveva abbandonato da tempo quel famoso blues psichedelico per abbracciare sonorità piu pop/rock e cavalcava l'onda di un nuovo capitolo grazie anche all' elegante songwriting di Buckingham e Nicks e della freschezza che le loro voci portarono alla band.
Passiamo alla music:
La sensazione che il titolo stesso e la titletrack mi suscitano é malinconica: il ricordo di un amore passionale che non ti fa dormire la notte, un tango infinito di emozioni urlate da Lindsey accompagnato da un riff che non guasta (a tratti e sopratutto nei primi minuti mi ricorda l'irrequietezza di Sinead in The Lion And The Cobra).
La sua voce particolare non troppo dolce e non troppo virile, narra di una selvaggia "Caroline" in un altro pezzo, che inizia in maniera epica intrecciando un legame tra un lamento femminile e delle percussioni. "Big Love" è insieme a "Little Lies" , "Seven Wonders" e "Everywhere" uno dei singoli trainanti dell'album e presenta un testo d' amore e di promesse su un ritmo continuo seguito dai sussulti di due amanti. Christine Perfect (o McVie) padroneggia le tastiere e canta in "Everywhere" e "Little Lies" (meglio piccole bugie o grandi terribili verità?). "Family Man" non mi convince del tutto e a parer mio l'ultima traccia del disco ovvero "You & Me Part II", li non ci stava (forse meglio "When I See You Again"). Il rock comunque non manca, ed ecco "Isn It Midnight" e non mancano neanche i riferimenti alla travagliata esperienza della riabilitazione di Stevie Nicks in "Welcome To The Room Sara".
Personalmente, apprezzo molto queste canzoni sopratutto perché mi piacciono le torch songs e qui non mancano di certo le emozioni tirate fuori.
Lo consiglio a chi sta ballando il proprio "tango" con la nostalgia (mannaggia).
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