Quando è venuto il momento di creare la Norvegia, Dio essendo più o meno al termine del suo faticoso lavoro ha deciso di sbizzarrirsi e eccedere nell’autocompiacimento. Ha dunque distribuito la popolazione in un modo alquanto bizzarro, una suddivisione in classi particolare e originale.
Ogni Norvegese è naturalmente unito a un altro Norvegese in modo da formare un super-Norvegese. Ora questo super-Norvegese che ricordiamo essere formato da due Norvegesi la cui identità si realizza solamente attraverso la loro unione ha all’incirca tre possibili vie da seguire nella sua vita.
Il super-Norvegese può diventare un boscaiolo. In questo modo uno taglierà l’albero mentre il suo compare lo avvertirà quando l’albero sta per cadere, i ruoli sono scambiabili.
La seconda via è diventare un pescatore. Qui la suddivisioni dei ruoli è molto più evidente: uno spinge la barca da riva e l’altro rema e pesca per poi tornare carico di pesce dal suo compagno rimasto sulla riva ad aspettarlo.
La terza via, quella di cui ci occupiamo oggi è quella prettamente musicale.
Super-Norvegese goes black metal quindi. Per questo superuomo è inconcepibile formare un gruppo composto da più di due persone ovvero da un unico super-Norvegese, può a malapena tollerare la contemporanea presenza di un altro super-Norvegese e quando viene oltrepassata la soglia della comune sopportazione succedono brutte cose come ad esempio per i Mayhem. Si parla di session musicians quando si vuole definire un Norvegese che per errore divino non è stato creato con il suo alter ego e che quindi cerca la sua realizzazione partecipando a più dischi possibili di qualche super-Norvegese, a volte semplicemente in una traccia, o con una parte parlata o con un sospiro in modo da raggiungere l’agognato traguardo di comparire nei credits del suddetto album. Abbiamo così un fracasso di gruppi composti da solo due membri e qui sopra abbiamo spiegato il perché.
Anche i Fleurety come i Solefald come TANTI ALTRI sono un duo. Ci risparmiano e gliene siamo grati il supplizio del suono cartonato della drum machine, che Dio ha fornito a ogni super-Norvegese dotato di talento musicale per raggiungere il suo scopo, e per fortuna sebbene questo Min Tid bla bla bla abbia più l’aria di essere un prodotto molto andergraund possiamo godere di una produzione limpida e molto pulita.
Veniamo dunque alla musica. L’avantgarde black metal dei Fleurety è innanzitutto una musica sorniona da sottofondo (anche se sarà difficile ignorare gli insopportabili shrieks di Alexander Nordgaren), ingloba molti passaggi jazzosi con tanto di basso fretless (uooooouuuww) con altrettanti passaggi atmosferici in cui compaiono voci femminili à la Portishead il tutto inframezzato da un po’ di sano black metal derivativo delle esperienze che probabilmente i due avevano avuto anche all’interno dell’Inner Circe (in gran parte negative a causa della loro particolarità… per cui trattati come fossero neri in parole povere).
Siamo quindi lontani anni luce dalla pomposità degli Arcturus, dalla ironia dei Solefald risultando essere molto più diretti, nessuna traccia di pacchiane tastierine Casio quindi, pur essendo terribilmente lenti e diciamolo tranquillamente soporiferi. Sicuramente potrebbero essere accomunati alla produzione più ambient degli Ulver ma poi neanche tanto, giusto per farvi un esempio.
Come per gli Ulver i Fleurety non sono certo un gruppo da ascoltare mentre si lavora o si studia o mentre si scrive una recensione, ad esempio questa dato che ho rischiato di abboccarmi un paio di volte con questo Min Tid bla bla bla in sottofondo.
Apprezzabile la vena innovativa di questo gruppo che partì dal lontanissimo 1993 a fare dell’avantgarde black metal e quindi risultando essere uno dei gruppi seminali anche se danneggiato da numerosi periodi di inattività a causa dell’incapacità delle labels di pubblicizzarli a dovere, probabilmente troppo jazz/ambient per essere black metal e troppo black metal per essere jazz/ambient. Continuamente incastrati in questo limbo rilasciano anche Last Minute Lies del 99 e il recente Departement Of Apocalyptic Affairs, dalla copertina quantomeno inquietante, e che racchiude il gotha dell’avantgarde black metal norvegese in veste di guests musicians.
Non passeranno sicuramente alla storia per questo disco, ma Min Tid bla bla bla risulta essere un disco schietto senza fronzoli che riflette a pieno la grande creatività di questo duo che propone un tipo di musica probabilmente unica al mondo. Black/jazz/ambient metal? Provate a chiedere al vostro negoziante di fiducia, con sorriso comprensivo tirerà fuori la vostra copia di Min Tid bla bla bla e voi tornerete a casa più contenti.
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