No, non ho preso acidi o erbette per cominciare questo rilassante viaggio. Mi è bastato spararmi in cuffia il terzo parto dei grandissimi Flying Saucer Attack per staccare quella spina che ci collega al mondo cosiddetto "reale".
Avete presente quel mondo fatto di scazzi continui e di stress? Lavoro, fatica, chiacchiere altrui (ben poche volte benevole), gente insopportabile, noia a quintali e tutti gli ingredienti ben descritti da uomini di pensiero che vanno dallo Schopenhauer al Montale? Non voglio sfoggiare un bagaglio culturale da scolaretto uscito dall'Istituto Magistrale o dal Liceo Classico (tanto è vero che ho fatto le serali), voglio solamente consigliarvi ciò che può mettere un piccolo argine allo straripare dei più due grandi mostri esistenziali: il dolore e la noia.
Con i Flying Saucer Attack, infatti, entriamo in un'altra dimensione, anche se solamente per la durata del platter, e quello che solitamente ci sembra brutto, lurido e insopportabile sparisce come per magia.
Una simile magia l'ho riscontrata SOLO negli album di bands quali Dead Can Dance e Slowdive. Più simili ai secondi, i Flying ci offrono un pregevole album di shoegaze con tinte ambient e psichedeliche.
Ma diciamolo una volta per tutte: qui le etichette vanno a farsi benedire! Musica soffusa, a volte marcatamente distorta , ma sempre pronta a conciliarci con la quiete del nostro essere più profondo, nascosto e solo in apparenza inesplorabile.
Vogliamo insinuare che si tratta di semplici canzoni? Manco per idea! La bellezza eterea di composizioni che prendono i nomi di "In The Light Of Time", "Come And Close My Eyes" o "Still Point" supera il formato "pop" per allontanarci sempre di più dalla mondanità nella quale ci troviamo immersi.
Il disco è del 1995 ma, a parere di chi scrive, potrebbe essere stato composto l'altro ieri. La dimensione temporale , come quella spaziale, qui non conta nulla.
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