Con "Ether Teeth" (2003) me ne ero innamorato: fragili scintille di sperimentazione lo-fi.
E ora che dall'Amazzonia(.com) mi è finalmente arrivato il primo album, omonimo (2002), il confronto col successivo gioiello è inevitabile.

Prime tracce. Completamente folle, Andrew Broder.
Disco più allegro, più movimentato (che è peggio). Più delirante. Non ci si capisce niente. Una traccia sensazionale (la visionaria Hitting A Wall, che se la sentisse Thom Yorke si ritirerebbe a vita monastica portandosi dietro tutte le copie di Amnesiac), quelle che la precedono non tanto: troppi drumbeat e turntable (nel delirio).

...e una vocina dolce e sensibile (ma è nell'etere o nella mia anima?) mi dice: "Dagli tempo al folle Andy. E tu forse dovresti delirare un po' di più. Per provare. Come quando urli in autostrada"

Giusto! Nel frattempo un'altra bellissima traccia, eccentrica e obliqua (We're A Mess). Nel complesso più bizzarro, ma meno poetico.

...e la vocina, creativa e scettica (la mia preferita): "Più bizzarro ma meno poetico... Ma Poesia cos'è? Suoni lievi, silenzi e poi note che non ti aspetti? Mmm"

Verso la fine si incupisce. Glory, Ghoul Expert, And Stay Out. Una strana armonia viene forgiata dai rumori (continua a non capirsi niente comunque, eh): i drumbeat si fanno rimbombi sordi, le urla nenie. I turntable sfumano in note di piano.

..."quindi diventa stanco e Poetico? Mmm chissà, comunque potrebbe piacermi"

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