A distanza di 3 anni dal favoloso "Wasting Light" , i Foo Fighters danno alla luce il loro ottavo album in studio. Registrato in otto città diverse (Austin, Chicago, Los Angeles, Nashville, New Orleans,New York, Seattle e Washington) il disco presenta 8 brani, ognuno dei quali incarna il tipico suono del luogo dove è stata registrata la canzone. L'album viene prodotto dagli stessi Foo Fighters e da Butch Vig , già produttore dell'album precedente (Wasting Light). La cover del disco è a mio avviso la più bella che il gruppo abbia mai presentato. Una miscela delle 8 città prima citate. Numerosi anche gli ospiti , da Zac Brown a Gary Clark Jr e molti altri artisti del luogo di ogni città.

L'album si apre con il primo singolo estratto, ovvero "Something From Nothing". Sorretta da un magnifico riff di chitarra, la canzone alterna parti malinconiche ad altri più elettrizzanti, con ben 4 chitarre elettriche. Un finale tiratissimo con Grohl che piazza il suo solito urlo. Un grande inizio. Si prosegue con "The Feast and the Famine" tipica song alla Foo Fighters, che dal vivo farà sfracelli. "Congregation" mantiene alto il livello del disco, con un ritornello di presa rapida, si candita seriamente tra le più belle canzone del gruppo. Solo piano e voce danno inizio alla quarta traccia "What did i do?/God as my witness. La canzone è suddivisa in due parti, da qui il doppio titolo. Dopo l'inizio lento la canzone esplode nell'ennesima cavalcata elettrica, con l'aggiunta della chitarra di Gary Clark Jr. "Outside" registrata a Los Angeles è sorretta dal basso di Nate Mendel per tutta la canzone. Nella parte centrale è presente un bellissimo assolo di Joe Walsh degli Eagles. "In the clear" è il pezzo più radiofonico del lotto, ma non per questo è una canzone che va disprezzata. Ritornello accompagnato dai fiati che ricordano subito il luogo di registrazione del luogo (New Orleans). Si arriva cosi alla canzone registrata nella città natale del grunge (Seattle), luogo a cui il nostro Grohl è legatissimo ovviamente, ma a mio avviso il pezzo è quello più debole del lotto. "Subterranean" è una ballad dedicata alla città, ma del tipico suono del luogo non ha nulla a che vedere."I am a River" chiude l'album nel migliore dei modi. E' probabilmente il brano migliore presente nel disco. L'orchestra accompagna questa ballata di 7 minuti in un crescendo continuo fino all'epica conclusione con gli archi . Un brano favoloso.

Questo "Sonic Highways" è il disco della maturazione definitiva del gruppo, anche se la band non deve dimostrare niente a nessuno.

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