In compagnia del silenzio sognante, quella dolce compagna di un’altra insonne notte, sofficemente sospesi con le punte su terreni di zucchero filato. Dove osano le menti. Inseguire lo stesso sogno percorrendo strade distanti, un album orchestrato ma senza dolcificante. San Francisco hub controculturale dove planano band su tappeti sonori mistici. Pannelli di luce attraversati dal flusso libero del free jazz di Coltrane, quelle sfiziose contaminazioni con Dizzy Gillespie e Theolonius Monk, scenari di cosmi sui quali proiettare visioni interiori di una realtà in folle movimento.
Quelle directory di pura luce seguite dai pionieri del sound, Hendrix & Jerry Garcia, essere fatti d’oro e non poterlo vendere. Quel raffinato baroque pop in compagnia del cappellaio matto, quel viaggio chimico circolare su un manège parigino, in alto sulla mongolfiera o sulla sella di una Vincent Black Lightning. Raffinata alchimia di destrutturazione psych e sottile fingerpicking, quella rete emotiva di desiderio, introspezione e vite sprecate.
Forever Is a Dream
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